Autobus, un anno da dimenticare: calano utenti, ricavi e corse

Hanno inciso la paura del contagio e i disservizi. Negli ultimi mesi c'è stato un boom di viaggi non svolti: 2.794
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TRASPORTI, 2021 DA DIMENTICARE
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Un 2021 da dimenticare. Per certi versi persino peggiore dell’anno precedente. Il Covid ha colpito duro il trasporto pubblico locale extraurbano, riducendo il totale dei chilometri coperti dai bus (-5,5% rispetto al 2019), i ricavi (-63%), le corse, la disponibilità del personale di guida (anche per un aumento dell’assenteismo). Soprattutto ha messo in crisi l’affidabilità del servizio e dunque la fiducia di molti utenti, che per paura del contagio o per i disservizi hanno scelto l’auto privata.

Per il 2022 l’obiettivo è migliorare l’offerta, recuperando passeggeri ed entrate. Fra i tanti aspetti negativi provocati dall’emergenza, tuttavia, il 2021 ha mostrato anche qualcosa di buono. «Il sistema - parole del presidente dell’Agenzia del Tpl, Giancarlo Gentilini - è stato capace di adattarsi e di dare risposte al mutare delle situazioni». Il servizio (per un terzo corse scolastiche) ha dovuto più volte rimodularsi. Per le scuole, ad esempio, c’è stato un potenziamento delle corse: in totale 698mila chilometri in più. Il limite della capienza dei mezzi all’80% ha reso necessario il modello del doppio ingresso negli istituti, coordinato con la prefettura e l’Ufficio scolastico provinciale.

I problemi strutturali

Tante, in questi mesi, le proteste sull’affollamento degli autobus. «Ci sono problemi strutturali - riconosce Gentilini - ma le aziende hanno risposto bene, sforzandosi di adeguarsi alle modalità previste dalle norme. Ricordo che per gli autobus non c’è l’obbligo del distanziamento. È chiaro che l’utente ha comunque la percezione che il mezzo sia pieno. Ma non è vero che tutto è andato male».

Le corse saltate

I numeri del Tpl pagano lo scotto dei dubbi sulla sicurezza dal contagio e l’inaffidabilità delle corse. Clamoroso il dato di quelle non effettuate nel 2021: ben 2.794 (anche duecento in una giornata) contro le 321 del 2020. Il crollo soprattutto dopo l’introduzione del Green Pass. Diverse le ragioni, spiega Gentilini. Assenze per malattia, problemi con gli autisti non vaccinati (che comunque sono meno del 10%), vertenze contrattuali.

I ristori

La perdita dei ricavi da parte del Tpl (e di conseguenza per le aziende che fanno il servizio) è coperta dai ristori statali e regionali. «Nutriamo serie preoccupazioni - dice il presidente Gentilini - sulla capacità di tenuta del sistema oltre l’orizzonte temporale dell’emergenza e senza i sostegni economici governativi che finora hanno compensato, anche se non interamente, le perdite tariffarie». Per il 2022 la parola d’ordine è «ridare fiducia agli utenti impauriti e scoraggiati, aumentando la qualità del servizio».

Le idee per il 2022

Le idee ci sono. Aumentare i collegamenti diretti interpolo (in particolare verso il Garda e la Bassa), anche per attirare l’utenza non scolastica; attivare una tariffazione flessibile adeguata alle mutate esigenze di mobilità con fatturazione differita; rafforzare i rapporti con gli Istituti superiori per «fidelizzare» gli studenti. «Nel 2022 - aggiunge il presidente - bisognerà anche sfruttare la disponibilità dei fondi del Pnrr». Di più. «Negli incontri che abbiamo avuto con i Comuni - prosegue - abbiamo raccolto un grande interesse del territorio a sviluppare con l’Agenzia il tema dei trasporti». Molti hanno «sottolineato la disponibilità a valutare forme di compartecipazione alla spesa per i potenziamenti dei servizi e per partecipare a progetti di ricerca». In particolare sono le aree a forte vocazione turistica a chiedere più collegamenti, «compresa una loro maggiore integrazione con i percorsi a mobilità dolce». L’intento è ovviamente valorizzare i territori.

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