Autisti senza «pass»: si sistemano i turni ma manca il personale

Scena: bus su una linea di provincia; sale il controllore per verificare il Green pass dell’autista. Il «passaporto verde» c’era al capolinea, ma è scaduto in corsa: l’autista deve lasciare il posto di guida, il bus attende l’arrivo di un sostituto. Ammesso che si trovi.
La situazione è al limite, ma in teoria è ciò che potrebbe accadere anche sui bus bresciani. Almeno a quegli autisti non vaccinati - la stima oscilla tra l’8 e il 20% dei quasi 700 dipendenti di Brescia Trasporti e Arriva - che dovranno sottoporsi al tampone per ottenere il pass obbligatorio da oggi per tutti i lavoratori.
Complice la validità limitata nel tempo del documento, la complessità dei turni di servizio, la ormai strutturale carenza di personale, le eventuali malattie.Preallerta
Di «forte preoccupazione» parla non a caso l’Agenzia del Trasporto pubblico locale di Brescia, il cui presidente Giancarlo Gentilini ieri ha incontrato i rappresentanti sindacali «alla vigilia dell’obbligo del Green pass per entrare nei posti di lavoro e prendere servizio» per quanto riguarda gli autisti, «e del rientro in ufficio dei dipendenti pubblici dopo 19 mesi di smart working» molti dei quali utilizzeranno i mezzi pubblici per recarsi al lavoro.
Una combinazione che potrebbe rivelarsi problematica se, come hanno sottolineato i sindacati, «oltre alla già esistente mancanza di personale» ci si attende «una ulteriore carenza di autisti sugli autobus urbani ed extraurbani che si stima possa essere tra l’8% e il 12% dei lavoratori in servizio di guida». Stima che potrà essere verificata solo oggi, quando si saprà effettivamente se, e quanti, dei dipendenti non vaccinati saranno risultati privi di pass valido, ed eventualmente sanzionati. Proprio per evitare situazioni di questo tipo, il decreto della Presidenza del consiglio dei ministri prevede la possibilità, per le aziende, di chiedere di conoscere in anticipo i tempi di validità del Green pass.
Le aziende
Così hanno fatto Arriva e Brescia Trasporti, impegnate ieri a rimodulare i turni in base alle comunicazioni dei dipendenti. «Il nostro sistema è strutturato per sopperire alle assenze per malattia - spiega Brescia Trasporti - ma nelle ore di punta, all’ingresso e all’uscita delle scuole, i nostri autisti, circa 300, sono praticamente tutti impegnati.

I sindacati
Dal canto loro temono che «i disservizi dovuti alla cronica carenza di personale - spiega Mauro Ferrari, segretario di Filt Cgil - vengano scaricati sui Green pass» e denunciano difficoltà di interlocuzione con le aziende. «Brescia Trasporti si è resa disponibile a venire incontro ai lavoratori sui turni - aggiunge Mario Bresciani, segretario di Fit Cisl - mentre non è accaduto lo stesso con Arriva». Che il tema sia complesso lo sottolinea il presidente del Tpl Gentilini: «Ci auguriamo che le aziende abbiano tenuto conto di tutte le criticità, anche se non possiamo entrare nel merito delle scelte messe in atto. Il Green pass aggiunge problemi a suituazioni già critiche, a partire dalla carenzaa di personale per eventuali sostituzioni di chi non potrà lavorare».
In Comune
Sarà di fatto la prossima settimana, invece, la vera prova generale per la macchina pubblica del capoluogo dove - stando a una primissima ricognizione - non ci si aspettano disguidi ingestibili. Quella al via oggi, infatti, per gli enti pubblici è una sorta di «falsa partenza» visto che gli uffici sono chiusi sabato e domenica. A controllare i 1.700 dipendenti che prenderanno servizio, laddove presenti (come, ad esempio, nella cittadella amministrativa di via Marconi), saranno i commessi e i portinai. Negli altri settori, ogni dirigente ha individuato un responsabile per le verifiche. Resta inoltre nella pubblica amministrazione la possibilità di richiedere una quota di smart working, pari a un terzo dell’orario di lavoro complessivo settimanale (tradotto: o due giornate piene, oppure tre mezze giornate). Non si tratta di un automatismo però: il dipendente per ottenerlo deve richiedere un colloquio con il proprio dirigente di riferimento che, in base al ruolo ricoperto, può concedere in modo discrezionale l’ok al lavoro da casa, stabilendo anche in quale percentuale, oppure negarlo. Per quanto riguarda i servizi che incanalano il flusso di utenti agli sportelli comunali (come ad esempio quelli dei settori mobilità, pratiche edilizie e commerciali, anagrafe) non c’è l’obbligo - da parte dei cittadini - di mostrare il Green Pass. Al contrario, il passaporto verde servirà in caso di riunioni o meeting, come pure è necessario per partecipare ai Consigli comunali e alle Commissioni.
Le forze di Polizia
Raccogliere dati non è semplice e l’elaborazione è una sintesi tra numeri forniti dai sindacati e dagli uffici del personale. Ma nelle forze di polizia a Brescia, a tutti i livelli, non ci si aspettano problemi di copertura dei turni dovuti alla mancanza di Green pass tra gli operatori. Le situazioni più facilmente leggibili sono quelle della Poliza di Stato e della Polizia penitenziaria dove le diverse sigle sindacali che rappresentano i lavoratori hanno partecipato a vertici e riunioni operative. Questura e Stradale hanno una media del 90% di vaccinati con punte tra il 95 e il 100% nelle sezioni operative di Squadra Mobile, Digos e Volanti.
Situazione analoga anche a Verziano e Canton Mombello dove gli agenti di Polizia Penitenziaria non vaccinati si contano sulle dita di una mano.
Altissime percentuali di vaccinati anche tra gli oltre 300 effettivi della Polizia locale di Brescia che stima meno del 3% di non vaccinati. Nessun numero ma comunque altissime percentuali anche tra i carabinieri.
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