Aumenta la tariffa dell'acqua, è polemica sugli utili di A2A

È ancora l’acqua a scaldare gli animi del consiglio provinciale. A un mese dal referendum, ieri in Broletto è approdata la delibera per l’aggiornamento delle tariffe e del programma degli investimenti del bienno 2018-2019.

Un check up rispetto a quanto già stabilito dalla Provincia a fine 2016, così come previsto dall’Aeegsi, l’Autorità nazionale di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Confermati gli incrementi per A2A e Asvt (1,147 euro al metro cubo nel 2017, 1,277 nel 2018, 1,386 nel 2019) mentre per Acque Bresciane il rincaro è stato attenuato (1,147 nel 2017, 1,159 nel 2018, 1,159 nel 2019) visto che nello scorso biennio gli investimenti sono andati a rilento. Il meccanismo di calcolo è complesso, ma in sostanza più investimenti si fanno in acquedotti, depuratori, fognature, così da evitare le multe europee, più la tariffa sale.

A innescare la polemica è stato il consigliere Marco Apostoli (Provincia Bene Comune). A2A Ciclo Idrico tra 2016 e 2017 ha fatto investimenti per 52,3 milioni, nel biennio 2018-2019 ne ha in programma per altri 87. Ma il «problema» sono gli utili della società: 42 milioni nel 2016, 17 nel 2017. «State deliberando un aumento esponenziale delle tariffe per garantisce utili ingiustificati, iniqui e immorali alla società in un regime di monopolio».

Alla fine la delibera è stata comunque approvata, con il «no» di Forza Italia e Apostoli e l’astensione di Lega, Vivaldini e Benedetti. Luigi Raineri (FI) ha anche chiesto che la Provincia dia al più presto un indirizzo chiaro su cosa fare dopo il referendum e il presidente Samuele Alghisi ha assicurato che a gennaio si terrà un consiglio ad hoc sul tema.

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