Ats Brescia chiama: 74 studenti di Medicina rispondono

Ieri sono iniziate le attività di call center dei volontari di Medicina e Chirurgia dell'Università di Brescia. Le loro voci
Gli studenti svolgeranno attività di call center - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Gli studenti svolgeranno attività di call center - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Dietro la prima linea c'è sempre una zona di rinforzo. Dove si raccolgono informazioni, si valutano i risultati, si aiuta a monitorare la situazione. Così accade anche dentro l'Ats di Brescia, dove ieri sono iniziate le attività di call center dei 74 studenti volontari di Medicina e Chirurgia dell'Università di Brescia.

Tanti ragazzi del quinto e del sesto anno hanno risposto all'appello lanciato nei giorni scorsi da Ats, che ha chiesto una mano per sostenere tutte le attività di controllo del sistema sanitario per l'emergenza coronavirus.

«Staremo al call center per dare informazioni a chi chiama su come comportarsi in caso di sintomi sospetti, seguire chi è stato dimesso dall'ospedale, chi si trova in quarantena e raccogliere dati epidemiologici - spiega Beatrice Gregorio, 24 anni, studentessa del sesto anno -.Siamo stati tutti felici di ricevere questa proposta: ci dà modo di renderci utili nell'unico modo in cui possiamo».

Beatrice Gregorio - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L'organizzazione dell'iniziativa è in fieri, ma si parla già di una ventina di ore a settimana per ciascun volontario, suddivise in tre o quattro turni. «La situazione in Ats sarà in completa sicurezza e anche nel mio appartamento, che condivido con altri tre coinquilini, abbiamo preso tutto il necessario per tutelarci, fra amuchina e mascherine - racconta Francesco Donina, originario di Esine ma domiciliato in città -. L'impegno non sarà gravoso e conciliabile anche con lezioni online ed esami. Che ora in realtà sono sospesi, perché la maggior parte dei nostri docenti sta lavorando in ospedale».

Francesco Donina - Foto © www.giornaledibrescia.it
Francesco Donina - Foto © www.giornaledibrescia.it

Chi ha aderito, insomma, lo ha fatto convinto e con cognizione di causa. Molti sono studenti fuorisede, che come Carolina Venturini, trasferitasi a Brescia da Verona, hanno scelto di non tornare a casa per tutelare le loro famiglie: «Cambiare Regione in questo momento mi sembrava un rischio troppo alto, soprattutto per i miei - dice -. Chi di noi non ha aderito è perché o vive con parenti anziani o fa già parte di Brescia Soccorso. Per noi queste iniziative non sono proprio una scelta opinabile: le sentiamo doverose, in quanto futuri medici».

Carolina Venturini - Foto © www.giornaledibrescia.it
Carolina Venturini - Foto © www.giornaledibrescia.it

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