Assegni di invalidità a rischio per 40mila lavoratori bresciani

L'Inps blocca gli aiuti e vengono esclusi coloro che svolgono un’attività. Il Governo pare però pronto a intervenire
Loading video...
ASSEGNO A RISCHIO PER 40MILA
AA

Un fulmine a ciel sereno. Uno shock. Una decisione che getta nello sconforto tante persone disabili, che rischiano di vedersi revocato l’assegno di invalidità. Stiamo parlando di 287,09 euro al mese a fronte di una riduzione della capacità lavorativa fra il 74 e il 99%.

L’Inps d’ora in avanti intende corrispondere tale beneficio soltanto in caso di «inattività lavorativa». Ad annunciarlo è stato lo stesso Istituto di previdenza, che si basa su una recente sentenza della Cassazione.

La quale ha affermato che «il mancato svolgimento dell’attività lavorativa integra non già una mera condizione di erogabilità della prestazione ma, al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale, la mancanza del quale è deducibile o rilevabile d’ufficio in qualsiasi stato e grado del giudizio. La giurisprudenza di legittimità, quindi - prosegue la nota dell’Inps - è costante nel ritenere che lo svolgimento dell’attività lavorativa, a prescindere dalla misura del reddito ricavato, preclude il diritto al beneficio di cui all’articolo 13 della legge n. 118/1971.

Alla luce di tale consolidato orientamento, a fare data dalla pubblicazione del presente messaggio (14 ottobre, ndr), l’assegno mensile di assistenza sarà pertanto liquidato, fermi restando tutti i requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l’inattività lavorativa del soggetto beneficiario». Tradotto: basta un piccolo lavoretto da poche centinaia di euro per perdere l’indennità. È quasi un aut aut a persone in condizione di svantaggio:o il lavoro o l’assegno. E non poche saranno costrette a rinunciare al primo, con buona pace delle politiche di inclusione.

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Sempre che, naturalmente, non cambino repentinamente le cose. Il Governo infatti pare intenzionato a intervenire. «A fronte delle legittime preoccupazioni suscitate dal messaggio dell’Inps - assicura la ministra per le disabilità Erika Stefani - mi sono prontamente attivata con il ministro Orlando e l’Istituto affinché si trovasse una strada per superare l’ingiustizia normativa. Ho proposto una possibile soluzione che ho anche condiviso con Falabella e Pagano, presidenti di Fish e Fand-Anmic, registrando una positiva apertura che mi rende fiduciosa rispetto a una rapida soluzione. La possibilità per le persone con disabilità di realizzarsi attraverso il lavoro è elemento essenziale ai fini dell’inclusione e va quindi facilitato, non scoraggiato».

A queste parole si sono aggiunte quelle dell’assessore alla Disabilità della Regione, Alessandra Locatelli, che si affianca alle richieste della ministra con l’obiettivo di far prevalere il buonsenso: «Molti lavoratori con disabilità si troverebbero altrimenti di fronte a una scelta assurda, ovvero rinunciare al lavoro o rinunciare alla provvidenza. Si tratta di migliaia di persone che, oggi più che mai, vista la grave crisi sociale che stiamo attraversando, non possono essere lasciate sole e private di questo contributo».

In Lombardia, rende noto la Cisl, sono poco meno di 400mila le persone che, a vario titolo, percepiscono assegni relativi alla diversa percentuale di invalidità: circa 40mila sono i bresciani. Tutti costoro, precisa il sindacato, «sono tenuti a comunicare all’ente previdenziale ogni anno i propri redditi tramite modello Red o 730, pena la sospensione temporanea del trattamento relativo allo stato di invalidità».

Sulla questione interviene anche la Cgil, guidata a Brescia dal segretario generale Francesco Bertoli: «Il provvedimento è incomprensibile e sembra accanirsi su una parte della popolazione che già ha tanti problemi. Si tratta spesso di persone che fanno fatica a trovare lavoro e che ora potrebbero essere costrette a rinunciarvi, con gravi conseguenze anche dal punto di vista dell’inclusione».PrevidenzaLo stop all’indennità

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato