Asili nido, cosa chiedono le famiglie bresciane

L’assessore Fabio Capra punta a una struttura ogni due quartieri, il «sondaggio» del GdB
L'interno di un asilo (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
L'interno di un asilo (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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L’annuncio ha colpito nel segno, perché va a toccare uno dei servizi che a Brescia come altrove coinvolge (e spesso preoccupa) le famiglie con bambini piccoli. Così, dopo la dichiarata volontà dell’assessore alla Pubblica Istruzione Fabio Capra di creare entro la fine del mandato «almeno un asilo nido ogni due quartieri al massimo» sono molte le segnalazioni, le proposte, le critiche e i racconti arrivati alla redazione del Giornale di Brescia.

Le richieste

E se dalle testimonianze emerge una timida ma generale soddisfazione sui costi degli asili nido bresciani, ritenuti «abbastanza contenuti rispetto ad altrove», le richieste dei neo-genitori sono univoche: liste di attesa meno lunghe e una maggiore flessibilità di orari e di giorni di chiusura. Paola, infermiera di 38 anni, spiega senza troppi giri di parole: «Non sono riuscita a trovare un nido disponibile e abbordabile economicamente che rispondesse alle mie esigenze per i turni lavorativi. Punterei a convenzioni con ospedali ma anche con grandi aziende o associazioni di lavoratori».

Anche Pamela - che si dice comunque «fortunata ad aver trovato posto per i miei gemelli» - racconta che «le liste di attesa sono lunghissime, ma l’unica pecca grave dei nidi di Brescia sono le varie chiusure che fanno durante l’anno e il periodo estivo scoperto».

A contribuire all’analisi dello stato di salute dell’offerta nido è un’educatrice, che avuto esperienze lavorative in strutture della città: «Purtroppo ho riscontrato alcune lacune a livello puramente formativo. Inoltre, è senz’altro critico l’orario di questi servizi, svantaggioso per non dire impossibile per chi non ha risorse economiche per rivolgersi ad una baby sitter o non ha risorse familiari. Non è possibile per una donna poter lavorare, con servizi che chiudono giorni prima delle festività allungando sempre di qualche giorno».

Le priorità

Chi al nido non ha mai messo piede è invece il papà di una bimba di due anni: «Ho inviato la domanda per l’asilo nido il 2 agosto 2021 e ad oggi non ho avuto nessuna notizia. Mi è stato detto che ci sono tante richieste e danno priorità alle famiglie nelle quali lavorano entrambi i genitori. Ma come fa mia moglie a trovare lavoro se deve tenere la bimba?». E poi c’è chi a breve potrà inoltrare la domanda di iscrizione e spera: «Incrocio le dita affinché la mia bimba di 5 mesi venga accettata al nido che per residenza corrisponde al nostro quartiere, ma purtroppo i posti riservati alla sezione lattanti sono soltanto dieci».

Per questi e tanti altri motivi la proposta dell’assessore Capra ha riscosso clamore, come conferma una mamma bresciana: «Sarebbe meraviglioso se il Comune lavorasse affinché i posti disponibili possano aumentare, eliminando quella sensazione di ansia costante che accompagna i genitori fino alla pubblicazione delle graduatorie. Il nido è ormai diventato un servizio essenziale per tutte quelle mamme lavoratrici che in caso di esclusione del figlio dalle graduatorie si vedono costrette a compiere scelte purtroppo spesso obbligate».

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