Arrestati per terrorismo, i due giovani jihadisti restano in carcere

Per il giudice sussiste il rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato
La conferenza stampa in Questura sugli arresti - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
La conferenza stampa in Questura sugli arresti - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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Restano in carcere i due ragazzi di 20 e 22 anni, pakistani di origine ma uno dei quali cittadini italiano, arrestati una settimana fa dalla Digos della Questura di Brescia per apologia del terrorismo. Il gip ha rigettato la richiesta di domiciliari presentata dal legale dei due. Per il giudice, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare e che li ha interrogati in carcere con i due che si sono avvalsi fornendo solo dichiarazioni spontanee, sussiste il rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato.

I due avevano pubblicato sui social messaggi inneggianti la Jihad e il martirio, ma anche contro le donne, la comunità Lgbt, gli ebrei e arrivando ad esaltare Hitler, le Ss e gli omicidi commessi Wolfgang Abel e Marco Furlan e firmati tra gli anni 70 e gli anni 80 con lo pseudonimo Ludwig.

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