Arnaldo - Un Pgt tra luci e ombre

AA

Il nuovo Pgt tra luci ed ombre                                                                                    
Lo scorso 19 marzo il Consiglio comunale di Brescia ha approvato il nuovo Pgt (Piano del Governo del Territorio) che sarà il documento di riferimento per la pianificazione urbanistica cittadina per il prossimo decennio. Il Pgt è uno strumento di pianificazione urbanistica che sostituisce il vecchio Prg (Piano Regolatore Generale) e che, secondo la legge regionale n.12 del 2005, deve essere “partecipato”, ovvero i cittadini possono presentare osservazioni di modifica al piano a partire dall’organizzazione di assemblee pubbliche informative.
Nel caso di Brescia solo 167 osservazioni delle oltre 5.000 presentate sono state accolte totalmente dalla maggioranza, più di 4.000 parzialmente accolte e le restanti respinte. Quanto ai numeri, il nuovo Pgt cittadino prevede un consumo di suolo complessivo di quasi 1,5 milioni di mq, dei quali 115mila destinati al commercio (sono infatti previsti tre nuovi centri commerciali); tra le opere da realizzare il metrobus, il nuovo carcere a Verziano, varie strutture sportive e il discusso parcheggio sotto il Castello.

“Questa è una pianificazione verde, verde come non mai. Abbiamo coniugato lo sviluppo con la giusta tutela del territorio” ha detto il sindaco Paroli, ponendo l’accento sul fatto che almeno un milione di mq destinati al cemento sono stati ereditati dal vecchio Prg datato anni novanta. L’obiettivo per la città è quello di crescere per ritrovare centralità nell’ambito provinciale e regionale superando abbondantemente i 200.000 abitanti.

Eppure l’approvazione del nuovo piano, che peraltro inizialmente aveva creato divisioni nella stessa maggioranza, non ha accontentato l’opposizione e le associazioni ambientaliste, le quali sottolineano come l’idea di crescita insita nel Pgt sia basata sull’espansione e non sulla valorizzazione delle aree già edificate. Da un recente studio del Politecnico di Milano si evince, infatti, che a Brescia vi sono più di 5.000 case sfitte e 56.000 vani invenduti.
C’è chi poi lamenta la limitata vocazione sociale del piano, in quanto la nuove costruzioni sono di edilizia libera e non convenzionata quindi lontane dalla bresciana tradizione dell’housing sociale. Secondo Legambiente, infine, il Pgt, nato con l’intenzione di ripensare e flessibilizzare i vecchi piani, a Brescia non ha rappresentato un’occasione per adeguare il vecchio Prg ai nuovi canoni di sviluppo sostenibile, ma per progettare espansioni che il mercato immobiliare fermerà data la crisi.

L’iter, tuttavia, non è ancora terminato: il piano dovrà ancora essere rivisto e definitivamente pubblicato. Allora sarà autunno, la campagna elettorale agli inizi e i passaggi chiave del Pgt non de tutto irreversibili.
Luca Reboldi, II F, Liceo Classico Arnaldo
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato