Aprile, una fanèla contro il Covid

Aperturisti e rigoristi alla prova della Primavera
Ragazzo in canottiera - © www.giornaledibrescia.it
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Avrìl gna un fìl. Nel dibattito che in queste settimane vede aperturisti e rigoristi opporsi gli uni agli altri, i nostri nonni non avrebbero avuto dubbi su da che parte stare. Predicavano - e praticavano - prudenza persino sulla grammatura della fanèla (la maglia della salute che se ne stava grattuggiosa a contatto con la pelle), immaginatevi voi cosa avrebbero fatto col Covid in giro.

Avrìl gna un fìl è il verso iniziale di un proverbio che (almeno nella versione che ricordo io) prosegue così: Màgio va’ adagio, Zögn chèl che ’s völ. Così ci spiega il Vocabolario bresciano e toscano del 1759 l’invito propostoci dal motto: «Per la salute è buona regola tardare ad alleggerirsi» negli abiti. Anche in Primavera.

Anche se i primi tepori e la voglia matta di buttarci alle spalle inverno e lockdown ci spingerebbero a lasciarci andare alla nuova stagione. Nuova e capace di rinnovare. Perché (oggi siamo in vena di proverbi) Avrìl, böta apó el mànech del badìl. Quindi c’è speranza anche per i più spiritualmente rinsecchiti fra noi. Il verbo bötà traduce i due sensi italiani di «buttare» e di «germogliare». Insomma tra il «gettare via» che facciamo noi con la roba vecchia e il «gettare fuori» che fanno i rami con le gemme nuove. Doppio valore che risale fino ad una radice (in questo caso etimologica) che secondo alcuni linguisti ci porta al francese antico «bouter» e addirittura al gotico «bautan». Auguri di cuore a tutti, allora. Lasciatevi tentare dall’aprile, festeggiate la Pasqua e godetevi la Pasquetta. Almeno un fìl.

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