Ant, gara di generosità dopo il furto: raccolti quasi 3mila euro

In tanti in aiuto dell’associazione derubata dei soldi che servivano per pagare il medico dei malati di tumore
FURTO ANT, RACCOLTI 3MILA EURO
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In via Corsica 205 il Charity Point ha appena aperto i battenti di primo mattino, quando un privato cittadino entra e consegna l’equivalente del valore del furto accaduto poche ore prima: 200 euro. Ed è solo il principio di una lunga ed intensa giornata, che i volontari Ant ricorderanno a lungo. È bastato un articolo sul Giornale di Brescia per scatenare l’onda di solidarietà dei bresciani (associazioni o liberi cittadini), accorsi in aiuto della Fondazione che garantisce assistenza medica gratuita a 10mila malati di tumore in tutta Italia.

Il furto registrato martedì scorso (il secondo dopo quello di una bici del valore di 1.000 euro nel 2020) ha turbato tanti che conoscono l’attività della Fondazione, operativa dal lontano 1978. Al punto che tutta la giornata di ieri è stata scandita da attestati di solidarietà e atti concreti di beneficenza. L’associazione «Amici di Bottonaga», - sempre sensibile a quanto accade nel quartiere, ha deliberato un contributo di 500 euro ad Ant come compensazione del furto subìto. Un altro sodalizio, «Vivere Pontevico», attraverso il presidente Pasquale Vezzoli ha contattato la Fondazione per inviare una donazione. E poi è arrivato il contributo del presidente della Fondazione Kristina Bieler Stefanini, Mario Venturelli: ben 2mila euro, una cifra pari a dieci volte il valore del furto. Per i volontari bresciani di Ant la giornata di ieri è poi finita proprio com’era iniziata: con la donazione di altri 200 euro da parte di un’anonima cittadina arrivata in uno dei due «negozi dell’usato» in città. Alla conta finale, in sole 24 ore sono stati raccolti ben 2.900 euro, che verranno tutti utilizzati per assistere i malati di tumore. E le buone notizie non finiscono qui: «Ci sono arrivate moltissime telefonate di solidarietà e tante promesse di contributi», spiegano i volontari

. A colpire, d’altronde, non è solo la somma raggiunta in poco tempo, ma anche il fermento di una comunità che si auto-sostiene con un innato spirito di mutuo soccorso. «Brescia è una città molto generosa - riflette Antonio La Marca, delegato di Ant in provincia -, spesso anche con la discrezione dell’anonimato. Tutto questo denaro, che ci ha ripagato del furto, sarà destinato a chi davvero ha bisogno. Mi auguro, a questo punto, che chi ha compiuto il "gesto" poco nobile lo abbia fatto per un bisogno uguale o superiore a quello dei nostri assistiti. Fermo restando che chi ha bisogno è meglio che chieda, invece di rubare». E intanto l’onda di generosità ha in parte ricoperto l’amarezza provocata dal gesto. Così da qualche ora sui visi dei circa 300 volontari bresciani è tornato un sincero sorriso, che neanche le mascherine riescono a nascondere.

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