Angelo Canori, una vita dalla parte degli ultimi nelle carceri

A tre anni dalla scomparsa, la città ricorda un uomo straordinario: oltre 30 anni di impegno di assistenza ai detenuti in cerca di futuro
L'intervista a Angelo Canori fatta da Clara Camplani per Teletutto (9 marzo 2017)
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Poco più di tre anni fa se ne andava Angelo Canori, l'instancabile promotore di quella forma particolare di volontariato che è quella del volontariato penitenziario. «Il volontario del carcere - sosteneva Canori - possiamo definirlo come il "volontario di frontiera o, come nello sport, volontario estremo"». Oltre trent’anni di impegno nelle carceri cittadine e di assistenza ai detenuti in cerca di una seconda possibilità, di una nuova vita: questo il lascito che Canori ha lasciato dietro di sé. È certamente riduttivo riassumere la vita di una persona limitandosi al freddo calcolo dei contatti avuti, dei chilometri percorsi, delle telefonate fatte, delle ore donate. Ma dietro questi numeri ci stanno migliaia di volti concreti, di persone reali: storie di cadute e di riprese, di abbandoni e di gesti di accoglienza, di speranze e di inattese rinascite. Uomini e donne che grazie a lui e alle associazioni che ancora oggi meritoriamente operano con grande dedizione nella realtà bresciana, a partire dal Volontariato Carcere (Vol.Ca.) e dall’Associazione Carcere e Territorio, hanno trovato preziose opportunità di reinserimento sociale.

«Come si può immaginare di rieducare una persona che ha commesso un delitto se non si creano dentro di essa, ma anche intorno a essa, condizioni diverse da quelle che l’hanno spinta al delitto? Alla persona che ha commesso un reato si può togliere la libertà, ma non la dignità e una prospettiva di futuro». È questa una delle convinzioni che ha spinto Canori a battersi con determinazione per coinvolgere le istituzioni ai vari livelli e i semplici cittadini per iniziative che favorissero un reale inserimento dei detenuti.

IN RICORDO DI ANGELO CANORI

«Ci vuole l’impegno politico per affrontare il problema dell’inserimento nel circuito sociale» - sosteneva Canori. E proseguiva: «Dicendo politico non intendo l’intervento di coalizioni partitiche ma di tutte quelle forze che hanno a cuore il bene delle persone e che formano una Nazione che possa definirsi "una", libera, democratica e consapevolmente proiettata nel futuro per lasciare alle generazioni che seguiranno la possibilità di progettare con serenità il quotidiano».

Era doveroso un omaggio da parte della città ad Angelo Canori. L’occasione per riflettere sull’attualità della sua testimonianza e del suo insegnamento è costituita dalla presentazione di un volume promosso dal Ce.Doc., in collaborazione con il Vol.Ca. All’iniziativa di venerdì in Loggia, dopo i saluti istituzionali, interverranno Luciano Eusebi, docente di Diritto penale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Monica Lazzaroni, già presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia, Don Adriano Santus, cappellano della Casa Circondariale di Brescia, Carlo Alberto Romano, presidente dell’associazione Carcere e Territorio di Brescia e Luisa Ravagnani, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Brescia.

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