Andrea Cassarà indagato per produzione di materiale pedopornografico

L’accusa è pesantissima. Il riserbo degli inquirenti è massimo. E determinante sarà l’analisi del cellulare sequestrato nelle scorse ore all’indagato. Non una persona qualunque, ma un nome conosciuto dello sport italiano. L’ex schermidore azzurro, oggi allenatore, Andrea Cassarà è finito sotto indagine per produzione di materiale pedopornografico.
L’indagine
Domenica i carabinieri si sono presentati a casa di Cassarà per sequestrargli il telefono dopo la denuncia sporta da una ragazzina 48 ore prima. Sarebbe accaduto tutto negli spogliatoi del centro sportivo San Filippo a Brescia venerdì pomeriggio della scorsa settimana. La giovane, 15 anni, era in doccia quando ha raccontato di aver notato una mano che reggeva un telefonino attraverso una grata. Come se stesse filmando dall’alto la minorenne. La ragazzina ha urlato, facendo allontanare la persona che usava lo smartphone e che non ha riconosciuto, poi si è presentata davanti alla direzione della struttura sportiva della città per spiegare sotto choc quanto ha visto. Successivamente l’adolescente si è presentata dai carabinieri della stazione di Lamarmora per sporgere formale denuncia.
Il sequestro
I militari si sono presentati al centro San Filippo di via Bazoli provando a dare il meno possibile nell’occhio per evitare di creare tensione. Il primo passo degli inquirenti è stato quello di acquisire i video delle telecamere di sicurezza dentro e fuori la palestra e proprio attraverso l’analisi di un filmato è comparso Andrea Cassarà, presente al centro sportivo per un’iniziativa. E immortalato mentre si allontanava in tutta fretta da una zona - secondo chi indaga - compatibile con quella esterna allo spogliatoio dove la 15enne si stava facendo la doccia dopo l’attività fisica e dove ha raccontato di aver visto quel cellulare che le riprendeva nuda.
Il pubblico ministero Ettore Tisato, titolare dell’inchiesta, ha così disposto con un provvedimento urgente il sequestro del cellulare di Andrea Cassarà, iscritto formalmente nel registro degli indagati e che ora può nominare un consulente per l’analisi del telefonino. Si tratta di uno snodo fondamentale della delicata vicenda che riporta nuovamente sotto i riflettori della giustizia il campione di scherma.
Il precedente
Cassarà infatti nel 2007 venne accusato di atti osceni in luogo pubblico per aver mostrato le parti intime ad una ciclista in strada a Cremona. Venne condannato a tre mesi in primo grado e a due in secondo, ma la Cassazione annullò l’ultima decisione rimandando agli atti ad un nuovo giudizio. Nel processo d’appello lo schermitore, che si è sempre proclamato innocente, venne prosciolto per sopraggiunta prescrizione, ma i giudici lo obbligarono al pagamento delle spese legali nei confronti della parte civile.
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