Anche Gualdo partecipa ad AiutiAMObrescia

Il comune marchigiano ricambia l'aiuto, il sindaco: «Usciremo anche da questo terremoto»
Il sindaco  Giovanni Zavaglini davanti alla scuola - © www.giornaledibrescia.it
Il sindaco Giovanni Zavaglini davanti alla scuola - © www.giornaledibrescia.it
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È possibile essere raggianti e preoccupati, nello stesso istante? In questi giorni accade: sei preoccupato per i 39 di febbre del figlio e sei raggiante quando un medico straordinario, uno da cinquanta visite al giorno, dice: «Tranquilli, decorso regolare, polmoni puliti...». Raggiante e preoccupato insieme è il sindaco di Gualdo Giovanni Zavaglini. Ieri mattina presto ci ha chiamato: «La Giunta di Gualdo ha deliberato un primo contributo di 3mila euro per AiutiAMObrescia e lunedì deliberiamo per un secondo contributo. Tutto quello che avevamo iscritto in quel capitolo lo dedichiamo, lo doniamo ai fratelli bresciani. È tutto quello che possiamo. Il nostro è un paese piccolo piccolo, qualche centinaia di anime... Nella delibera morale mettiamo la nostra amicizia, tutto quello che possiamo e che se vi serve siamo lì in poche ore. Come allora, quando voi ci avete ospitato nelle vostre case, a Orzinuovi, a Castrezzato, ad Azzano. I miei compaesani parlano ogni sera con i vostri compaesani».

Emozione. Il sindaco Zavaglini ha il nodo alla gola, come noi. Quell’essere raggiante nel comunicare l’aiuto di Gualdo, l’unanimità dell’anima municipale per AiutiAMO Brescia, adesso si vela di preoccupazione. «La paura gira per Gualdo - dice il sindaco Zavaglini - e pare alleggerirsi appena dedichiamo le nostre speranze verso la vostra paura. Dividere la paura diminuisce la paura». La condivisione della preoccupazione adesso è incollata ai muri di Gualdo. Il sindaco, la Giunta, il Consiglio comunale, il consiglio dei genitori della scuola donata dai bresciani ai gualdesi, hanno scritto un manifesto nel quale si chiede ai cittadini di stare vicino a noi, di aiutarci con quanto potranno e nel modo che decideranno e magari vorranno suggerire. La chiesa è blindata dai danni del terremoto, però vive grazie al suo pastore, il parroco don Bruno Trapé.

Ogni giorno, alla Messa, lui dedica una riflessione particolare ai bresciani. «Come potrei non portare il mio pensiero ai fratelli bresciani - dice con il tono basso a esaltare la sua statura di guida spirituale umile e popolare - vi ho davanti agli occhi, vi riconosco con il pensiero, vi ho visto tante volte nelle strade per tanti giorni tra le nostre macerie e vi ho incontrato alla vigilia di Pasqua e di Natale nella nostra chiesa rinata nel magazzino comunale. Offro le mie preghiere e prego il Signore per questa nostra e in particolare vostra prova di dolore». «Ce la faremo - dice il sindaco - rinasceremo da questo terremoto senza voce. E ci ritroveremo».

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