Amministrative 2023, a Brescia città non c'è un crollo dell'affluenza

- Si vota domenica 14 e lunedì 15 maggio per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale a Brescia e in sedici comuni della provincia: qui trovate il nostro speciale di avvicinamento al voto mentre qui la piattaforma con tutti i risultati
- I seggi restano aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15: qui trovate una guida al voto
- Vi abbiamo raccontato la campagna elettorale per la Loggia in un podcast: qui trovate tutte le puntate de La Tribuna
- Qui trovate le schede riassuntive di tutti i comuni al voto
Se la giocano tutta nel secondo tempo, ovvero in questa seconda mezza giornata di voto - esattamente come dieci anni fa - la partita per la conquista del trono di Palazzo Loggia. Per i quattro candidati sindaco in lizza (Laura Castelletti per il centrosinistra, Fabio Rolfi per il centrodestra, Alessandro Lucà per M5s, Pci e Up e Alessandro Maccabelli per la lista civica Maddalena per Brescia) quelle di oggi, con i seggi aperti dalle 7 alle 15, sono ore al cardiopalma.
Specie perché la prima giornata di voto ricalca quasi perfettamente l’istantanea dell’affluenza del 2013 (anno di riferimento anche per il voto spalmato su due giornate e non su una sola), quando per designare il nuovo sindaco e i 32 consiglieri comunali ne è servito un terzo di tempo: il ballottaggio. Nella sua prima e più lunga giornata elettorale, i bresciani che alle 23 di ieri hanno scelto di esprimere la propria preferenza non hanno scavalcato il muro del 44,59%. Vale a dire due su cinque.
Confronti
Che il termometro della partecipazione alle urne fosse tarato sul 2013 è stato evidente fin dal primo «exit poll»: alle 12 aveva votato il 14,23% degli aventi diritto (neppure un punto pieno al di sopra del dato di dieci anni fa, quando ci si era fermati a 13,36%). Ma ancora più cristallina è stata la percentuale registrata alle 19: 36,70% ieri, 36,61% nel 2013. Al terzo «bilancio», quello delle 23, la forbice si è leggermente allargata, ma non in modo significativo: al 44,59% di ieri si affianca il 47,70% di dieci anni fa, sono solo 3,11 punti di differenza. Scomponendo il dato in numeri assoluti, la somiglianza tra i due affreschi si fa ancora più smaccata: 65.956 gli elettori che ieri hanno deciso di imbucare la scheda nell’urna, 67.708 quelli che lo hanno fatto nel 2013.
Ampliando l’inquadratura dello zoom alle ultime Regionali del 12 e 13 febbraio, il quadro di ieri restituisce un epilogo decisamente più confortante: basti pensare che l’affluenza della prima giornata si era chiusa con il 36,81% di partecipanti, praticamente in linea con quanti ieri avevano espresso il proprio voto fino alle 19. Una ulteriore riprova, questa, del fatto che la campagna elettorale delle Amministrative resta l’appuntamento elettorale a cui i cittadini sono più affezionati.
Nel capoluogo - soprattutto rispetto ai trend delle ultime tornate elettorali: le Regionali di febbraio, ma anche le Politiche di settembre - l’affluenza «tiene». E tiene anche se si confronta con il dato restituito dalle Comunali del 2018, quando il voto era stato consumato in una sola giornata e a saracinesche abbassate aveva votato il 57,40 dei bresciani.
Astensione
Neanche il tempo di mettere il timbro sui dati ufficiali dell’affluenza di questa prima giornata di voto, che le pagine virtuali dei social network di candidati e simpatizzanti si sono trasformate in un appello alla partecipazione, innescando un tam tam pressoché trasversale: «Cari cittadini, andate a votare, non delegate ad altri il vostro futuro». Anche perché cresce l’ansia da prestazione dei vertici di partito, strattonati dalle aspettative dei candidati nelle 18 liste in corsa, (quasi) tutti equamente innervositi dal countdown inesorabile che traguarda alle 15 di oggi e che consegnerà di fatto alla città (ballottaggio o non ballottaggio) il disegno del Consiglio comunale che verrà. Inutile girarci attorno: lo spauracchio che più terrorizza tutti è il fattore «A»: astensione. Quella fuga dalle urne che segna la linea tra vittoria e sconfitta.
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