Amatrice, «una popolazione straordinaria»

Prosegue l'opera dei Vigili del Fuoco bresciani impegnati nelle macerie lasciate dal terremoto del 24 agosto: la testimonianza
"SONO LE VITTIME I VERI EROI"
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«Siamo all’Hotel Roma, stiamo lavorando alla bonifica dell'albergo. Ci sono ancora delle vittime da cercare». A parlare è Peter Rasman, responsabile dell’unità Usar dei Vigili del Fuoco di Brescia, partita nelle prime ore del 24 agosto alla volta di Amatrice.

Ancora tra le macerie. Ancora tra i resti di quell’albergo, più di ogni altro edificio di Amatrice assurto a simbolo della tragedia. Perché è anche quello che tiene ancora in bilico il bilancio definitivo delle vittime. Un impegno senza sosta quello del personale dei Vigili del Fuoco di Brescia, dall’alba del 24 agosto nel cuore dell’area devastata dal sisma. In particolare, con la colonna mobile regionale e il gruppo speciale movimento terra è al lavoro il personale dell’Usar, acronimo di Urban Search and rescue - Ricerca e soccorso in ambiente urbano, ultimo nato tra le unità operative e specializzato proprio nelle ricerche in contesto di grandi calamità. Il loro lavoro, drammaticamente, si è rivelato fondamentale anche in queste ore.

«Stiamo incrociando dati con tutti i soccorritori - prosegue Rasman - sia spontanei che tecnici che unità Usar avanzate per riuscire a portare la lista dei dispersi a zero. Adesso la priorità è questa: essere sicuri che non ci sia più nessuno sotto le macerie, neppure cadaveri. Non ci sono stime precise al riguardo, molto lavoro è stato già fatto, ma non siamo ancora in grado di dare una percentuale».

Ma oltre l’impegno operativo e la corsa contro il tempo c’è il coinvolgimento umano per gli uomini del Comando di via Scuole accorsi in aiuto alla popolazione di Amatrice. Popolazione che ai loro occhi appare straordinaria«Sono persone molto forti e coraggiose. Ci stanno supportando in ogni modo. E sono stati proprio i residenti i primi ad intervenire. Hanno compiuto salvataggi straordinari. Sono loro gli eroi di questa situazione» conclude Rasman, prima di tornare al lavoro.

Tra quelle macerie che un tempo custodivano sogni e speranze. Sbriciolate come le pareti fragili di quegli edifici sotto la pressione formidabile del sisma.

 

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