Alzheimer, 12mila i bresciani colpiti

Circa 12mila le persone affette da deterioramento cognitivo nella nostra provincia, in media il 6-7% degli over 65
12MILA BRESCIANI CON L'ALZHEIMER
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Un insieme articolato ed organico di percorsi assistenziali per rispondere con un approccio il più possibile integrato alle esigenze dei malati di Alzheimer e delle loro famiglie. È quanto dovrebbe garantire il Piano Nazionale per le Demenze, approvato dal Ministero della Salute quasi due anni fa, ma ancora non pienamente recepito dalle Regioni, di cui si è parlato nel corso di un incontro aperto al pubblico organizzato ieri pomeriggio all’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia. 

«Si tratta di uno strumento con cui si punta a costruire una società "amica" attorno ai pazienti affetti da demenza e che trova terreno particolarmente fertile nel nostro territorio, che da sempre rappresenta un'eccellenza a livello nazionale - ha spiegato il dott. Orazio Zanetti, responsabile dell’U.O. Alzheimer dell’Istituto, a familiari e collaboratori presenti -. Il suo limite sta tuttavia nell’assenza di finanziamenti da parte del Sistema sanitario nazionale. Di conseguenza potrà trovare una concreta applicazione solo in quelle Regioni o nelle Ats che si mostreranno più sensibili rispetto agli obiettivi e alle strategie del piano e che decideranno quindi di investire risorse in un miglioramento dei servizi a favore dei pazienti e di chi li accudisce».

Circa 12mila le persone affette da deterioramento cognitivo nella nostra provincia, in media il 6-7% degli over 65, la cui assistenza, spesso problematica, ricade in larga parte proprio sulle famiglie.

«Per ora possiamo controllare solo i sintomi della malattia, ma la speranza è quella di sconfiggerla, bloccando la progressione del peptide beta amiloide, che si deposita anche all’interno del reticolo endoplasmatico dei neuroni, bloccandone le funzioni - ha chiarito Roberta Ghidoni, vicedirettore scientifico dell’IRCCSFatebenefratelli -. Le terapie a nostro avviso dovranno quindi andare a colpire in modo preciso un bersaglio molto nascosto» ha concluso la ricercatrice, annunciando per il 2020 la conclusione di alcuni trial clinici che potrebbero offrire riscontri importanti ai malati e alle loro famiglie.

Nei laboratori del Fatebenefratelli si lavora in questo ambito di ricerca da oltre 20 anni e i risultati fin qui ottenuti alimentano nuove speranze per il contenimento di una patologia che cresce di pari passo con il progressivo invecchiamento della popolazione, legato al miglioramento delle condizioni di vita nelle società moderne. 

(Il fotografo americano Tom Hussey ha firmato una eccezionale campagna per il trattamento della demenza da Alzheimer. La foto-copertina appartiene ai suoi scatti)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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