Aler, l’ultimo atto di Isacchini: il bando per la Tintoretto

Firmata la delibera per la vendita della Torre: «Operativa fra un mese»
Quale futuro? La Torre Tintoretto che aspetta da anni una decisione
Quale futuro? La Torre Tintoretto che aspetta da anni una decisione
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La delibera è pronta, diventerà operativa verso la fine di ottobre quando fra Aler e Comune di Brescia saranno stati definiti tutti gli accordi di tipo patrimoniale. Ieri, come ultimo atto della sua presidenza Aler, Ettore Isacchini ha firmato il documento che definisce il bando per la vendita della Tintoretto di San Polo.

«Non c’è ancora una base d’asta - spiega Isacchini - perché sarà concordata con l’Amministrazione comunale. Dipende da quanto essa chiede, ad esempio, per la nuda proprietà del sedime della Torre, che le appartiene». Venerdì il Consiglio comunale di Brescia è chiamato ad inserire nel piano alienazioni proprio il riscatto del sedime.

«In ogni caso - aggiunge Isacchini - la base d’asta sarà modesta, non lontana da valori accettabili per il mercato». Da oggi Isacchini non è più presidente dell’Agenzia per l’edilizia residenziale di Brescia, Mantova e Cremona. Si è in regime di prorogatio, la Regione ha 45 giorni per nominare il nuovo responsabile. Con Isacchini («Ma spero in un suo rinnovo perché è una valida professionista», sottolinea lui) scade anche il mandato del direttore generale, Mina Bozzoni.

«La delibera per il bando è stata assunta d’intesa con il Comune», spiega Isacchini. Tre gli aspetti principali. Innanzitutto l’operazione terrà conto dell’offerta economica più vantaggiosa. In secondo luogo saranno considerate proposte sia per la ristrutturazione della Torre che per la demolizione. Inoltre, il progetto dovrà prevedere un minimo del 70% per l’housing sociale, con un punteggio premiale per quantità maggiori. Parlare di tempi precisi è difficile: «Ci sono ancora dei passaggi da fare con la Loggia», ribadisce Isacchini. «Penso che il bando possa essere pubblicato entro fine ottobre». Con la firma di un altro presidente, quasi sicuramente.

Isacchini ha guidato l’ente in due tornate. Dal 1991 al 1995 (quand’era ancora Istituto autonomo delle case popolari), e dal 2003 ad oggi, con (cinque anni fa) la fusione con Mantova e Cremona. «Lascio un’azienda sana, che non crea certo problemi alla Regione. La situazione di bilancio è buona, non abbiamo bisogno di sussidi. Chi arriverà al mio posto sarà nelle condizioni di ben gestire».

Sul tavolo ci sono alcuni impegni prioritari. A cominciare dall’adeguamento dei 450 fabbricati alle norme anti sismiche. «Stiamo facendo gli studi per verificare le eventuali criticità, molti dei nostri immobili sono datati», spiega Isacchini. Per mettere tutto in sicurezza serviranno molte decine di milioni. L’altro intervento riguarda il monitoraggio e l’eventuale bonifica delle situazioni di rischio per l’amianto negli edifici. Anche in questo caso servirebbero molti milioni. «In questi anni - conclude Isacchini - la cosa che più mi ha gratificato è vedere l’Aler crescere in quantità e qualità».

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