Alcuni Comuni bresciani non rispettano ancora il canone unico per i mercati, dice Confesercenti

Anva Confesercenti della Lombardia Orientale ha scritto alle amministrazioni inadempienti
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Diciassette Comuni bresciani non rispettano ancora il Canone unico mercatale introdotto nel 2021, in sostituzione e accorpamento della tassa e del canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche oltre alla Tari.

Anva Confesercenti della Lombardia Orientale, che rappresenta gli ambulanti dei mercati, ha scritto alle amministrazioni inadempienti, che in provincia sono Manerbio, Salò, Iseo, Orzinuovi, Lumezzane, Gavardo, Leno, Darfo Boario Terme, Travagliato, Rovato, Ospitaletto, Gardone Valtrompia, Coccaglio, Idro, Carpenedolo, Bovezzo e Rezzato. «Anche questi Comuni avrebbero dovuto introdurre riduzioni tariffarie - scrive Anva Confesercenti in una nota -, invece gli aumenti applicati, che variano di territorio in territorio, arrivando a toccare un + 32% nel caso di Orzinuovi e +27% per quanto riguarda Lumezzane».

Confesercenti ha quindi chiesto agli amministratori locali prima dell’approvazione del Bilancio di previsione 2024 di attenersi a quanto previsto dalla legge nazionale, dal momento che «non hanno ancora applicato in modo corretto la normativa vigente, mantenendo importi superiori più del doppio rispetto a quanto previsto».

Il canone unico mercatale calcola il costo dell’occupazione del suolo pubblico sulla base di coefficienti di costo fissi, riferiti al numero di abitanti, senza alcun vincolo di dover assicurare gettiti pari a quelli conseguiti negli anni precedenti. I Comuni sarebbero dunque obbligati dalla legge nazionale ad applicare sconti dal 30 al 40%sulle tariffe vigenti per gli ambulanti che operano nei mercati. Ma, denuncia Anva Confesercenti, non sempre accade.

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