Albini, romantico e soldato: riscoperti i diari dell’antieroe

Il prof. Danilo Agliardi ha prodotto una ricerca accurata sulla sua figura basandosi sui manoscritti
Un ritratto del ciliverghese  Pierluigi Albini in divisa © www.giornaledibrescia.it
Un ritratto del ciliverghese Pierluigi Albini in divisa © www.giornaledibrescia.it
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In paese, a memoria della sua figura c’è una via. Ora, anche un’accurata ricerca restituisce al comune che gli ha dato i natali il suo profilo e la sua storia. Nelle pagine curate e redatte dal professor Danilo Agliardi rivive il ciliverghese Pierluigi Albini. «En tipo en po’ original, per dirla con le parole di una signora che lo ha conosciuto - lo introduce Agliardi - un personaggio cui stavano stretti i confini del paese, patriota, eroe romantico e superuomo, volontario di guerra, uomo libero difficilmente incasellabile in una definizione».

Agliardi lo ha incontrato per caso, quando si è imbattuto in alcune carte dello stesso Albini e lo ha approfondito attraverso i suoi memoriali e i suoi diari vergati anche dal fronte.

Girovago. Appartenente alla borghesia del tempo, Albini, guidato dal suo spirito avventuriero, dal 1912 al 1919 ha combattuto volontario prima in Montenegro e, allo scoppio della Grande Guerra, in Francia, in supporto dei transalpini invasi dai tedeschi, e poi in Italia. Due anni più tardi, in seguito alla disfatta di Caporetto, il ciliverghese fu catturato e rinchiuso nella fortezza di Salisburgo, per poi essere trasferito a Celle, in Germania, tentando la fuga, senza fortuna, in entrambi i casi.

Il rientro in Italia è datato 1918. «I suoi memoriali restituiscono una scrittura elegante, una minuziosa descrizione dei paesaggi, dei luoghi che vive, degli usi e costumi. Tipo solitario, non ha mai ricevuto favore alcuno e, se inizialmente simpatizza per il fascismo, nel ’41, lo ritroviamo al confino». Il ritorno a Ciliverghe, dove ci sono i due figli, Dante e Beatrice, si è registrato qualche tempo dopo, mentre il 25 aprile del ’45, a Porta Venezia Albini venne ferito da una raffica di mitra tedeschi, morendo qualche giorno più tardi. «Antesignano della Protezione Civile, soccorritore o vigile del fuoco all’occorrenza, volontario a fianco delle forze dell’ordine nella caccia ai banditi, e ancora manifestante, e giustiziere, Albini fu personaggio sui generis che non può finire nel dimenticatoio». Ecco allora la ricerca, e la trascrizione dei diari che saranno resi pubblici anche sul sito del comune.

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