Al figlio Beppe: «Portami a vedere ancora Lovere»

«Portami a vedere Lovere». Era qualche mese fa, l’anziano Cavaliere manifestava in pieno i sintomi della malattia. Ma un giorno - ricorda il figlio Giuseppe, Beppe come lo chiamava il padre e gli amici - mi dice che gli piacerebbe rivedere Lovere, il nostro stabilimento, andare a vedere i nipoti all’opera. «Credo - dice il figlio che porta il nome del nonno - sia l’ultima volta che lui è uscito dal cancello di casa».
«E siamo andati a Lovere, racconta Beppe. «Lui già sofferente, io in apprensione perchè sapevo bene della fatica che mio padre si imponeva in qualche modo. Eppure, insistette per andare a Lovere, alla Sidermeccanica, oggi Lucchini RS. Siamo entrati in macchina, lui già faceva fatica a parlare, ma aveva sempre gli occhi attenti. Guardava i capannoni, spostava gli sguardi, assentiva nel vedere i nuovi investimenti. E ha voluto fare un giro praticamente completo della fabbrica. I forni, i laminatoi.
«E poi - racconta Giuseppe Lucchini, che da anni ormai ha raccolto il testimone imprenditoriale dal padre - ha voluto vedere i tre nipoti che operano in azienda. Ed era soddisfatto: stanco ma soddisfatto nel vedere - racconta sempre il figlio del Cavaliere - come quelli che considera i pilastri del mondo fossero a posto: la famiglia e l’impresa».
La Lucchini RS è l’azienda-gioiello del gruppo Lucchini, di fatto l’unica vera e importante controllata. Produce componenti per costruire treni, in particolare ruote e assali. L’azienda è stata interessata in questi ultimi anni da imponenti investimenti che l’anno resa fra i gruppi leader al mondo. La società ha chiuso l’ultimo bilancio con 262 milioni di ricavi e un utile netto superiore agli 11 milioni. Numeri in calo rispetto all’anno prima. Nei mesi scorsi, a.d. della società è stato nominato Augusto Mensi, uno dei tre nipoti del cavaliere che lavorano nell’azienda.
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