Aids, Brescia terza provincia italiana per numero di malati

La nostra provincia nel 2015 si conferma al terzo posto in Italia per numero di malati di Aids
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In Europa ci sono almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti. È il dato allarmante diffuso dal Centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc) e dall’Oms Europa in occasione del primo dicembre, Giornata mondiale dell’Aids.

Il tempo stimato fra l’infezione e la diagnosi è di circa 4 anni, con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l’infezione è in fase avanzata.

Il 42 per cento delle nuove diagnosi riguarda uomini che hanno fatto sesso con uomini, mentre i rapporti eterosessuali seguono con il 32 per cento e l’uso di siringhe infette è responsabile nel 4 per cento dei casi.

In Italia, invece, nel 2015 sono giunte al Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto superiore di sanità (Iss) 3.444 segnalazioni di nuove diagnosi di infezione da Hiv (che potrebbero aumentare a causa del ritardo di notifica), pari a un’incidenza di 5,7 nuovi casi di infezione ogni 100.000 residenti. Un’incidenza che colloca l’Italia al 13esimo posto tra i paesi dell’Unione Europea.
Lazio, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna risultano le regioni con l’incidenza più alta, mentre i maschi che fanno sesso con altri maschi tra le principali modalità di trasmissione.

La nostra provincia nel 2015 si conferma al terzo posto in Italia per numero di malati di Aids (2.622 pazienti). E al secondo posto per incidenza delle nuove infezioni da Hiv: 9,2/100mila residenti; il dato nazionale è di 5,7/100mila residenti.

Si assiste ad un lieve decremento rispetto ai tre anni precedenti sia del numero delle nuove diagnosi di infezione da Hiv che dell’incidenza (casi/popolazione), ad un aumento dell’età mediana alla diagnosi (39 anni per i maschi e 36 anni per le femmine, con un’incidenza maggiore nella fascia 25-29 anni: 15,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti), a un cambiamento delle modalità di trasmissione dall’inizio dell’epidemia ad oggi: diminuisce la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva, ma aumenta quella dei casi attribuibili a trasmissione sessuale.

Oltre il 50 per cento dei casi di Aids segnalati è costituito, infatti, da persone che non sapevano di essere Hiv-positive

Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati oltre 68.000 casi di Aids, di cui più di 43.000 deceduti.

 

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