Agricoltori in piazza domani: «Noi vittime dei prezzi all’insù»

Giacomelli (Coldiretti) sul caro energia: «Problemi di bilancio drammatici, chiediamo il contenimento dei costi»
Produttori. Le sofferenze maggiori riguardano il settore del latte e gli allevamenti di suini - Foto © www.giornaledibrescia.it
Produttori. Le sofferenze maggiori riguardano il settore del latte e gli allevamenti di suini - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«I costi di latte, formaggi, burro e prosciutti nel carrello della spesa aumentano di giorno in giorno ma la colpa non è degli agricoltori, vittime come gli altri delle forti speculazioni in corso». La piazza come luogo solidale, dove fare squadra con tutti, è uno dei motivi principali che domani, giovedì, dalle 9 porterà davanti al Duomo di Brescia tra i 400 e i 500 agricoltori, ma naturalmente non il solo.

I motivi del malcontento che stanno per innescare la protesta di coltivatori e allevatori bresciani e lombardi sono molti, e - come precisato dal presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli - «molto gravi», tanto che manifestazioni in piazza sono attese in tutte le città lombarde. «Quello che sta succedendo in questi mesi mette a rischio la sopravvivenza dell’economia agricola come l’abbiamo conosciuta fino a oggi - spiega il presidente Giacomelli -. Ci stiamo misurando con problemi di bilancio drammatici, visto che il costo dell’elettricità è cresciuto del 250%, quello dei fertilizzanti ha superato il 100%, e quello di soia e mais per alimentare gli animali si aggira sul 50%. Rincari a due cifre anche per i pezzi di ricambio dei macchinari, che per le difficoltà di reperimento sono da attendere mesi».

Le sofferenze maggiori a oggi riguarderebbero i settori del latte, per cui Brescia conta su 180mila vacche e detiene il primato nazionale di produzione con 15 milioni di quintali, e quello dei suini, presenti soprattutto nelle stalle della Bassa in ben 1.300.000 esemplari. «Cosa chiediamo? - continua -. L’equa distribuzione del reddito, il contenimento dei costi di materie prime e energia, e sostegno alle aziende agricole che intendono percorrere la strada delle energie rinnovabili - precisa il numero uno di Coldiretti Brescia - come il biogas ricavabile dalle deiezioni degli animali e l’elettricità da pannelli fotovoltaici, per cui c’è ampio spazio su tetti di stalle e fienili. Ricordo che per il primo c’è un contribuito dal Gse per l’energia venduta, mentre per il fotovoltaico non c’è nulla, ed è assurdo in un momento di transizione energetico-ecologica come questo».

La richiesta sarà consegnata domani mattina al prefetto cittadino Maria Rosaria Laganà. Per portare avanti la sue istanze Coldiretti sta già lavorando anche con l’assessorato all’Agricoltura di Regione Lombardia per la costituzione di un tavolo di confronto a cui far sedere oltre ai produttori agricoli e agli industriali addetti alla trasformazione, anche i rappresentanti delle società della grande distribuzione (Gdo) e la politica.

A tutti i problemi elencati si aggiunge quello delicatissimo dell’occupazione, perché la crisi economica mette a rischio i posti di lavoro. A Brescia non sono pochi: 9.300 autonomi più le aziende di montagna, a cui vanno aggiunti anche 16.665 dipendenti diretti e i tantissimi lavoratori dell’indotto, difficili da quantificare ma certamente ancora più numerosi.

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