Agnes Heller: elogio del «buono ignoto» per salvare l’Europa
L’etnonazionalismo «è iniziato con la Prima guerra mondiale, ha prodotto il totalitarismo e l’olocausto. Oggi sta prendendo sempre più piede in Europa: c’è il pericolo che si ripeta quello che abbiamo vissuto nel 1914». Arriva dal cuore del Novecento la voce appassionata di Agnes Heller. Lei ha vissuto sulla propria pelle il «paradosso europeo»: «L’Europa del fanatismo nazionalista e quella dell’universalismo umanista sono la medesima Europa», scrive nel libro «Paradosso Europa» (Castelvecchi), alcuni passi del quale sono stati riprodotti ieri sul nostro giornale.
Le questioni discusse in quel libro, e nel più recente intitolato «Orbanismo», hanno costituito il filo conduttore dell’incontro con la filosofa ungherese promosso ieri a Brescia, nella Sala Bevilacqua della Pace, dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura. Un appuntamento di eccezionale rilievo perché la Heller è uno dei grandi testimoni del nostro tempo, «l’erede della tradizione filosofica del ’900 europeo», come ha spiegato il giornalista e scrittore Francesco Comina, che ha dialogato con la studiosa.
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