Aggredito e ferito in metrò, le telecamere non bastano

Si cerca la persona che ha aggredito un controllore sul metrò. Sicurezza: le telecamere non bastano come deterrente.
Controllore aggredito in metrò, montano le polemiche
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Aggressioni che si susseguono, momenti di tensione alternati a veri e propri episodi di violenza. La sicurezza sui mezzi pubblici sembra essere messa sempre più in discussione. Non tanto, o non solo, per i passeggeri, ma anche per chi ci lavora.

Sono in corso le ricerche dell'aggressore del controllore della metropolitana lasciato a terra sanguinante da una persona senza biglietto. Ma non è la prima volta: un paio di settimane fa in via Ugoni: un autista fuori servizio, era stato pestato mentre tentava di difendere un’anziana. E a maggio, per tornare al metrò, era stato picchiato un controllore intervenuto in soccorso di una ragazza molestata.

Sono più i controllori, per il loro ruolo, a sentirsi minacciati, ma anche chi si trova al volante viene spesso coinvolto in alterchi, che sfociano a volte in veri e propri attacchi. Brescia Trasporti ha investito in sicurezza negli ultimi anni, installando ormai sul cento per cento degli autobus le telecamere di sicurezza, ma è uno strumento che serve più come deterrente o a posteriori, che nei momenti di pericolo. Lo dimostra anche il caso di ieri, alla fermata Brescia Due della metropolitana: la presenza degli occhi elettronici non ha impedito che venisse aggredito, anche se possono aiutare ad identificare il colpevole. 

I lavoratori chiedono con insistenza maggiori condizioni di sicurezza. Nei giorni scorsi è stato siglato in Prefettura un accordo per l’installazione di nuove telecamere sui mezzi di trasporto di Sia e Saia, un accordo analogo è in previsione anche con Brescia Mobilità. Basterà come deterrente?  Gli autisti di Brescia Trasporti, ad esempio, hanno chiesto alla società una speciale serratura in modo da potersi chiudere a chiave all’interno della postazione di guida e avere qualche momento in più per chiamare i soccorsi, prima che i malintenzionati scavalchino la protezione. Ci sono poi alcune accortezze che vengono già prese per evitare problemi: i controllori, ad esempio, non viaggiano mai soli. La sensazione di essere esposti, però, non passa e episodi come quello di ieri non fanno altro che alimentarla. 

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