Addio all’«attacchino»: con Bertelli se ne va un pezzo di storia di Rezzato

Con Valter se ne è andata un’altra delle figure che hanno caratterizzato la quotidianità del paese
Valter Bertelli - © www.giornaledibrescia.it
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È mancato nei giorni scorsi a 90 anni Valter Bertelli, per tutti «l’attacchino». Un soprannome coniato per quel suo dopolavoro (lui era tornitore), che dagli anni ’60 ai ’90, lo ha visto caracollare per le vie di Rezzato ad affiggere manifesti di tutti i tipi. Con Valter se ne è andata un’altra delle figure che hanno caratterizzato la quotidianità del paese, con la sua bicicletta, la scala di legno che portava su una spalla e, attaccati al manubrio, da una parte il secchio della colla rigorosamente fatta da lui e dall’altra la sporta, con due manici speciali studiati appositamente per poter togliere più comodamente i manifesti al suo interno.

Ferri del mestiere dai quali non si separava mai. «Al massimo - racconta Marco, uno dei tre figli - con un po’ di sana goliardia potevano nasconderglieli, ma lui lo sapeva e si faceva una risata». Caratteristici anche i suoi innumerevoli soprannomi, come «Gesù». «Forse perché - continua Marco - aveva un carattere opposto a quello del fratello che veniva chiamato «diavolo», per il carattere irruento». Valter lascia nel dolore la moglie Marta e i figli Marco, Franco e Sergio e, in chi lo ha conosciuto, una profonda malinconia per un tempo andato ricco di valori umani e amicizia vera.

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