Addio a Giuseppe Rovetta, «esempio di brescianità»

Il funerale sarà celebrato venerdì 30 agosto, alle 15.30 nella chiesa di San Giovanni in città
L'ingegnere Giuseppe Rovetta
L'ingegnere Giuseppe Rovetta
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Si è spento martedì, a 95 anni, l’ingegner Giuseppe Rovetta. Solo una settimana fa la città aveva dato l’ultimo saluto al fratello Francesco, architetto allievo di Carlo Scarpa. Con lui se ne va un altro esponente di quella «brescianità più autentica, fatta di dedizione al lavoro e alla famiglia», come lo ricorda la Congrega della Carità Apostolica, di cui era il decano, dopo esserne stato anche presidente.

L’ingegner Rovetta vi era entrato da giovane, e fin da subito, dai primi anni Cinquanta, quando gli furono affidate alcune famiglie del centro della città, si è impegnato nella cura dei bisognosi. Aspetto, questo, che ha mantenuto intatto negli anni partecipando sempre attivamente, anche in età avanzata, alle Commissioni di beneficenza della Congrega, e curando il libro delle preghiere che viene affidato a ogni persona che fa il suo ingresso nel sodalizio.

«Ci mancherà», scrive in una nota l’attuale presidente, Alberto Broli, ricordandone i «molti gesti, le tante attenzioni personali e le parole sagge». Giuseppe Rovetta, classe 1924, aveva frequentato l’oratorio della Pace, e qui aveva conosciuto Giovanni Battista Montini, futuro Papa e Santo Paolo VI, e ancora Stefano Bazoli, e i padri Manziana, Bevilacqua e Marcolini. Incontri che hanno segnato la sua vita, sapientemente descritti nel volume «Ricordi e altro», in cui si possono ritrovare alcuni dei protagonisti della storia di Brescia.

La fede convinta e l’amore per la famiglia sono stati altri tratti della sua persona. Lo ricordano proprio i figli Chiara, Antonio, Francesco e Tista con le loro famiglie. Il funerale sarà celebrato venerdì 30 agosto, alle 15.30 nella chiesa di San Giovanni in città, con partenza dal Ronco del Pino.

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