Addio a Giannino Marzotto

Nel 1950 e nel 1953, a 22 e 25 anni, trionfò nella corsa più bella del mondo
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Il conte Giannino Marzotto, morto sabato dopo una lunga malattia, figlio del conte Gaetano, è stato protagonista nel campo industriale come in quello sportivo e nel mecenatismo. Nato a Valdagno il 13 aprile del 1928, a 18 anni era già a fianco del padre nella «Manifattura Lane G. Marzotto&F. Spa» di Valdagno divenendone, dopo la laurea in  Legge nel 1950, direttore centrale nel 1953 e consigliere delegato nel 1956. Divenuto presidente dell’industria che porta il nome di famiglia nel 1968, si dimise l’anno successivo per dedicarsi alla ricerca, concorrendo, tra le altre cose, al rilancio della Necchi di Pavia di cui è stato vice presidente.


Oltre al lavoro, la sua grande passione sin da giovane è stata quella per i motori, la velocità, l’aviazione, l’alpinismo, la pesca subacquea. Nel 1950 e nel 1953, a 22 e 25 anni, vinse, in coppia con Marco Crosara, la Mille Miglia e si piazzò quinto assoluto alla 24 ore di «Les Mans». Per la celebre corsa italiana, l’amico Enzo Ferrari gli costruì la Ferrari Uovo, con una carrozzeria tondeggiante. Nella gara del 1950 si presentò alla partenza in giacca, camicia e cravatta, e quell’edizione passò alla storia come la «corsa in doppiopetto».


Celebri poi gli appuntamenti culturali e mondani ospitati dal Conte nella sua villa Trissino, sulle colline dell’omonimo centro vicentino. Negli ultimi decenni a villa Colombara di Trissino, ex sede del suo aeroporto privato, Giannino Marzotto aveva promosso le Feste dello sport dedicate ai campioni olimpici vicentini e veneti e a quanti avevano indossato la maglia azzurra sia alle olimpiadi che nei campionati mondiali di ogni disciplina. Negli ultimi anni il conte aveva ideato e organizzato, sempre alla Colombara, la Festa dell’accoglienza in onore degli immigrati e contribuito al
rilancio del premio intitolato al padre e dedicato alle idee innovative e alla creatività.



 

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