Addio a Augusto Paganuzzi, l'endocrinologo che coniugò la medicina con l'etica

Quando, negli anni Ottanta, Gian Battista Lanzani allora direttore del Giornale di Brescia, decise - primo in Italia - di aggiungere alla foliazione della domenica una pagina della medicina, intuendo che i temi della salute, del benessere e dell’etica avrebbero sempre più coinvolto il lettore, dopo i primi numeri pubblicati ricevetti una telefonata da un cortese medico che proponeva di sviluppare un argomento allora d’attualità. Il dottor Augusto Paganuzzi, endocrinologo mancato domenica all’età di 96 anni compiuti il 2 novembre, aveva fatto precedere quella telefonata da una serie di lettere al direttore con le quali apriva gli occhi (e le coscienze) dei lettori su temi di rilevanza legati alla materia di cui egli era specialista, sapendo tradurre le complessità della medicina in modo che il linguaggio fosse comprensibile a tutti senza mai venire meno all’irrinunciabile rigore scientifico. E sempre con responsabilità verso la vita.
La conoscenza inizialmente telefonica con Augusto Paganuzzi è proseguita per molti mesi, trasformandosi una domenica d’inverno in conoscenza personale, favorita dalla condivisa passione per la montagna in ogni sua declinazione, che l’avrebbe portato a 91 anni a «tirare» le ultime curve sugli gli sci. Figlio di Ettore Paganuzzi, preside del Calini, studi all’Arnaldo e laurea in Medicina a Pavia dove era stato presidente della Fuci dal 1947 al 1949, dopo le prime stagioni da medico condotto a Molinetto e la specializzazione in medicina interna e endocrinologia, aveva assunto la responsabilità del reparto di medicina della clinica San Camillo impegnandosi come «medico della mutua» - così amava definirsi - guardando anche a chi non poteva permettersi le visite private. Fu presidente dei medici cattolici di Brescia dal 1981 al 2001 (carica poi assunta da Massimo Gandolfini), consigliere e segretario dell’ordine dal ’59 al ’65, membro della Commissione di bioetica, co-fondatore dell’Unione centri italiani prematrimoniali e matrimoniali, fondatore dell’Omni.
Sposato con Anna Bello, farmacista, padre di cinque figlie dalle quali ha avuto quattordici nipoti ed otto bisnipoti, è stato un cattolico che non ha mai separato la professione dalla fede: tra gli animatori fin dal 1955 dell’istituto Pro Familia, voluto da don Giovanni Battista Zuaboni per la costruzione e la formazione di famiglie cristiane, non rinunciò mai alle proprie solide convinzioni, difendendole dalla montante «cancel culture» e dai tentativi di omologazioni diffuse. Fu autore di pubblicazioni per La Scuola («Sarai mamma»), Queriniana («I metodi naturali per la regolazione delle nascite») e di numerosi interventi su riviste nazionali.
Durante la guerra, dal 1941 fece parte di un gruppo di giovani che aiutavano le numerose iniziative caritatevoli del vescovo monsignor Giacinto Tredici, sostenute e coordinate dal compianto suo segretario, monsignor Angelo Pietrobelli, mentre l’amicizia con Franco Passarella, conosciuto nella casa Incis di via Veneto, l’aveva portato ad avvicinarsi alla Resistenza, come egli stesso scrisse in un ricordo dell’amico, frequentando don Giuseppe Antonioli e Federica Lunardi. Sotto la guida spirituale di padre Carlo Manziana aveva seguito uno dei primi Gruppi di spiritualità familiare sorti in Italia mentre, con presidente Antonio Gorio, era stato direttore della commissione diocesana di Azione Cattolica riguardante la famiglia. I funerali di Augusto Paganuzzi avranno luogo domani, mercoledì 4 gennaio, alle ore 13.45 nella parrocchiale di San Gaudenzio di Mompiano, con partenza dalla camera ardente della Domus Salutis. Dopo le esequie sarà accompagnato al cimitero di Mompiano.
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