Acli, la metà delle famiglie assistite ha un reddito sotto i 15mila euro

Su 43mila dichiarazioni Isee rilasciate dai Caf, sono 20.561 quelle che hanno potuto beneficiare del Bonus sociale
OLTRE 20.500 FAMIGLIE IN DIFFICOLTA'
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Non solo pratiche, ma coesione sociale. Può essere sicuramente riassunta così, in estrema sintesi, l’attività delle Acli, punti riferimento per i servizi (con utenti in costante e significativa crescita), ma pure presidi per supportare nei bisogni, anche facendo rete. «L’incremento significativo di prestazioni da parte dei servizi delle Acli bresciane registrato anche quest’anno - ha spiegato il presidente Pierangelo Milesi -, ci consente di ottenere una fotografia socioeconomica della società bresciana, rispetto alla quale rimarchiamo una progressiva divaricazione della sperequazione sociale, che riduce la capacità della fascia media di proiettarsi con sicurezza sul futuro».

I numeri parlano chiarissimo: nei Caf Acli sono state fatte oltre 43mila dichiarazioni Isee, di queste ben 20.561 riguardano famiglie che hanno un reddito inferiore a 15.000 euro. Quindi quasi una famiglia su due ha potuto beneficiare del Bonus sociale (energia elettrica e gas).

L’analisi

La presentazione del bilancio di fine anno dei servizi erogati dalle Acli è, appunto, l’occasione per fare il punto della situazione sui bresciani, soprattutto sulle fasce più deboli: il dato principale che emerge, anche nell’analisi sul lungo periodo, è la marcata crescita dei bisogni in tutti gli ambiti della vita.

Le Acli, da decenni, ispirano la propria azione alla fedeltà ai lavoratori, alla democrazia e al Vangelo; si rivolgono «alle fasce più fragili e vulnerabili della popolazione attraverso attività di ascolto, sostegno, educazione, promozione, accompagnamento della partecipazione attiva dei cittadini all’interno di tematiche quali il welfare, il lavoro, l’educazione, il volontariato e l’impresa sociale».

«Sempre più cittadini si trovano nelle condizioni di dovere chiedere una prestazione di consulenza e assistenza qualificata per districarsi nel welfare nazionale e locale - ha spiegato ancora il presidente Milesi -. Di fronte a un sistema previdenziale, assistenziale e fiscale complesso come quello italiano, che offre molte opportunità ma allo stesso tempo è selettivo, il cittadino può restare disorientato, rischiando di inoltrare domande sbagliate o fuori termine e per questo trova nella nostra assistenza e consulenza un riferimento sicuro e specializzato».

Rilevanza ed efficacia

La storia delle Acli si intreccia a doppio filo con quella delle società italiana, e anche con quella bresciana. Negli anni Cinquanta, in un momento difficile per le associazioni cristiane dei lavoratori, da mons. Giovanni Battista Montini - allora in Segreteria di Stato - arrivò un impulso fondamentale a continuare l’esperienza aclista; lo fece con una lettera scritta nel settembre 1949 per volontà di Pio XII: ribadì l’indiscutibile opportunità della permanenza e della missione delle Acli, offrendo al movimento una nuova investitura. Da allora il percorso non si è più interrotto.

E, ancora una volta, lo dimostrano i dati. Sul fronte dei Caf quella delle Acli è una vera e propria leadership, dal 2015 al 2023 si è registrata una significativa crescita delle famiglie assistite per la dichiarazione Isee, passando da 17.000 nel 2015 a oltre 43.000 nel 2023, con un aumento percentuale del 153%. Nel medesimo arco temporale 2015-2023, si è osservato anche un incremento dei clienti per la dichiarazione dei redditi modello 730, passati da 49.129 a 66.555, registrando un aumento di 17.426 unità, equivalente al +35%.

«La crescita del numero di clienti è un chiaro segnale positivo della rilevanza e dell’efficacia dei servizi offerti dalle Acli bresciane, nonché della fiducia della comunità della nostra provincia nei nostri confronti», ha spiegato Michele Dell’Aglio, direttore del Caf Acli Brescia. Come detto, sul fronte dichiarazioni Isee, quasi una famiglia su due, senza ulteriori domande ha potuto beneficiare del Bonus sociale (energia elettrica e gas). E ancora, sempre quest’anno sono 26.686 le famiglie con minori (su 28.543, 93%) con Isee inferiore ai 43.240 euro (diventerà 45.575 euro dal 2024), limite che permette di percepire un importo dell’Assegno unico superiore al minimo.

C’è poi tutto il fronte dei Patronati Acli (ai quali si rivolge un terzo dei bresciani che necessità di questo tipo di servizi), in aumento, rispetto all’anno precedente, le richieste di pensionamenti (4.700), di invalidità (10.000) e di maternità (2.140), decrescono quelle di dimissioni (5.400 contro le 6.100 del 2022) e si mantengono costanti quelle di Naspi (4.400). Una mole di lavoro gigantesca, ricordando sempre che non si gestiscono solo pratiche, ma persone. Questo fa la differenza.

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