A piedi o in bici per tutta una vita a consegnare lettere d’amore

La storia di Giuglì, 87enne, prima postina del paese: «Comprai la mia due ruote a rate, poi via nelle case»
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Per tutti in paese era ed è Giuglì, oppure la postina. All’anagrafe è Giulia Inverardi, 87 primavere suonate e ancora vivace come non mai, la prima postina di Rezzato.

Un ruolo che ha «indossato» fieramente come una seconda pelle fino alla pensione e che le rimarrà cucito addosso per sempre. Giulia si racconta nel salone della casa di riposo Almici, dove ha scelto consapevolmente di abitare alcuni anni fa: vedova e senza figli, dopo la morte dei due fratelli si sentiva sola e aveva paura a stare in casa.

Una scelta, quella di trasferirsi all’Almici, che ha donato a Giulia serenità: tutto il mondo della casa di riposo, dai volontari agli ospiti fino ai parenti che varcano la soglia per fare visita ai propri cari, la conoscono e la salutano molto volentieri per la sua lunga storia nelle poste. E, proprio come in un film accelerato, riaffiorano i ricordi, ancora molto vividi. «L’ufficio postale di Rezzato - ricorda Giuglì - era all’epoca in piazza Vantini, dove oggi c’è il Comune, e io fui assunta non per concorso perché allora non esistevano, ma perché uno degli impiegati mi chiese se mi sarebbe piaciuto fare la postina». Detto, fatto. A 21 anni la ragazza cambia ruolo, passando dal posto pubblico, dove operava come telefonista da quando di anni ne aveva 15, all’ufficio postale.

«All’inizio - prosegue Giulia - andavo a consegnare la posta in paese a piedi, poi mi comprai la bicicletta, perché le poste non la mettevano a disposizione. La acquistai a rate e la mia mamma mi fece un bel cestino dove mettere la borsa con le lettere».

Giulia ripercorre tappe, percorsi, orari: «Al mattino il lavoro iniziava alle 7, con una tappa al ponte di Rezzato sulla statale, dove allora c’era la fermata del tram che veniva da Brescia e che portava il sacco della posta destinata al paese. Dopo averlo ritirato lo si portava in ufficio per smistarlo. Intorno alle 9, uscivo a recapitare le missive,che allora erano anche tante lettere d’amore, e fino a che non avevo finito non rientravo». Ne ha fatta tanta certamente di strada, prima a piedi e poi in bici, la postina. Ma era molto contenta di percorrerla, soprattutto quando - poco dopo di lei - era entrato a far parte della squadra delle poste anche il fratello, a cui era stata affidata la distribuzione nel quartiere San Carlo.

Il personaggio. Giulia Inverardi oggi vive alla casa di riposo Almici
Il personaggio. Giulia Inverardi oggi vive alla casa di riposo Almici

Giuglì ha sempre svolto il suo lavoro con solerzia, precisione e coraggiosamente, visto che quasi sempre i cani che abitavano case e giardini, appena sentivano il campanello (della bicicletta o di casa), non sempre la accoglievano benevolmente, ricorda divertita l’87enne, imitandoli con la voce. Arrivato il momento della pensione, proprio per il suo servizio ineccepibile, alla postina fu riconosciuto un «ottimo» giudizio, per lei pari ad una medaglia al merito.

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