A Graceland dove il ricordo profuma di dollari
Mettiamo le mani avanti: chi scrive queste righe non è un elvisiano di stretta osservanza, ma trovandosi a passare da Memphis a un mese dal 35° anniversario della morte di The King (sarà il prossimo 16 agosto) non ha resistito al richiamo di una visita a Graceland.
Arrivi e ti metti in coda alle casse, dove dovrai scegliere fra il biglietto da 32 dollari (che dà accesso al tour audioguidato, anche in italiano, alla casa ed ai giardini), quello da 36 (comprende la visita ai due aerei personali di Elvis, al museo delle sue auto ed a quattro «mostre» che raccontano delle sue tournée, della sua influenza su altri artisti e sulla cultura pop, del suo 1968) e quello da 70 dollari. Quest'ultimo dietro all'etichetta Vip Tour in realtà offre in più solo l'accesso alla mostra «Elvis attraverso gli occhi di sua figlia», un pass ricordo e la possibilità di ripetere la visita varie volte nella stessa giornata.
Dopo aver scelto l'opzione più confacente al portafoglio e al grado di «fanatismo», altra fila per la foto ricordo (eventualmente da acquistare poi) e per salire sul pulmino che ti porta all'ingresso della villa, dall'altra parte della strada. Divani, mobili, soprammobili, elettrodomestici: ci sono in tutte le case, ma questi li usava lui. Poi memorabilia più significative, dai dischi ai costumi di scena, prima di raggiungere, immersa nel «giardino della meditazione», la tomba. Perché qui, ça va sans dire, Elvis è considerato morto, morto davvero. Si riprende il pulmino, ci si può dedicare alle altre visite. Comprese quelle ai diversi negozi di souvenir elvisiani: entrata gratuita, uscita con qualche dollaro in meno. Spennati, ma felici. Felici quasi come gli eredi di Elvis...
Alessandro Carini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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