A Folzano farmaci, cibo, coperte: i bresciani caricano i tir

In due giorni sono partiti per l'ucraina sei autotreni dal centro raccolta di Brescia. Aiuti da tutta la provincia
Loading video...
LA SOLIDARIETA' PARTE DA FOLZANO
AA

«Tanta gente così non ce l’aspettavamo». Una processione di singoli cittadini, associazioni, gruppi organizzati o spontanei di volontari. Decine di auto e furgoni. «Grazie per tutto questo aiuto», sussurra Mina, commossa, il pensiero rivolto al marito sotto le armi in Ucraina. Da vent’anni lavora a Brescia, «conosco la vostra generosità». Sono le 11.30 di giovedì. Davanti al capannone con le bandiere ucraine, in via Cascina Pontevica a Folzano, parte il primo tir della giornata. È carico di medicinali, vestiti, materassi, cibo, articoli per bambini, coperte. In parte riempito in mattinata con il materiale arrivato dalla raccolta fatta a Pescara. Altri due tir partiranno in giornata carichi dei beni donati dai bresciani. Si aggiungono ai tre di mercoledì.

Ludmilla mostra una foto che le hanno appena mandato dal confine con la Bielorussia, zona di guerra. Soldati che posano accanto a un furgone: «Sono i medicinali spediti da Brescia».

Il centro di raccolta di Folzano è aperto dalle 10 alle 18. Una cinquantina di persone, in maggioranza donne, sono al lavoro per smistare il materiale e impacchettarlo. Ucraini, ma anche italiani come Pierangelo. «Perché sono qui? Per dare una mano. Sentivo che bisognava farlo e l’ho fatto senza starci a pensare troppo». Un altro bresciano sposta scatoloni e sistema pacchi. «Mia moglie è ucraina», spiega. «Stanno per arrivare i suoi familiari, scappati dalla guerra. Li ospiteremo. Raccontano cose terribili». Nel capannone è un via vai continuo di mezzi.

Un carico di medicinali partito da Brescia e arrivato in Ucraina per la distribuzione -  © www.giornaledibrescia.it
Un carico di medicinali partito da Brescia e arrivato in Ucraina per la distribuzione - © www.giornaledibrescia.it

Vestiti, alimenti confezionati, materassi, pannolini, coperte, medicinali. «Ci servono soprattutto cibo, farmaci, dispositivi medici», dice Sasha, che coordina le operazioni. Niente più abiti. «Invece servono caschi, tute mimetiche, coperte, anfibi, giubbotti anti proiettile. Materiale per i soldati e la resistenza». Richiesta (ben difficilmente esaudibile) che ricorda cosa sta accadendo in Ucraina. A Kiev. «I Tir - racconta Ludmilla - partono da Brescia e arrivano in un deposito a Rivne». È una grande città e un importante snodo autostradale.

«Gli aiuti vengono caricati su dei piccoli furgoni che portano il materiale a Kiev e nei centri dove c’è bisogno». Venerdì scorso, primo giorno dopo l’attacco russo, il capannone era quasi vuoto. Oggi è strapieno. Gli appelli della comunità ucraina non restano inascoltati, come dimostrano le centinaia di iniziative avviate in città e provincia.

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

«I nostri uomini al fronte - dice Mina - sanno che li state aiutando. Vedere questa solidarietà da parte dei bresciani e dell’Italia conforta. Brescia dimostra ancora una volta un grande cuore. Grazie». Auto e furgoncini si susseguono. Il gruppo alpini di Chiari è arrivato con due camioncini carichi di materiale raccolto nella città e nei paesi limitrofi. Dal capannone esce vuoto il mezzo della Caritas di Rezzato.

Pasquale, del gruppo Vivere Pontevico, racconta che quella di oggi «è la nostra quinta consegna. Sabato torneremo con un altro carico». Medicinali di primo soccorso, garze, lacci emostatici, materiale sanitario acquistato con le offerte. Scatoloni di dispositivi medici arrivano anche dalla Fondazione Nulli. Mara e sua madre consegnano siringhe, coperte isotermiche, bisturi, cannelle, aghi e filo, garze.

L’opera di smistamento -  Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
L’opera di smistamento - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

«Articoli di cui, purtroppo, c’è urgente bisogno», dice Mara. Pierangelo, volontario bresciano nel centro di raccolta, lancia un appello: «Servono farmaci contro il diabete». Ludmilla, il cui figlio è chirurgo in Ucraina, conferma.

 Arturo, invece, ha portato abiti per bambini e pacchi di alimentari. «Ho inviato messaggi ai miei contatti WhatsApp - racconta - sollecitando tutti a fare qualcosa». È un bancario in pensione, conosce molta gente. «Hanno risposto in tanti, ed eccomi qui». Il punto di raccolta per chi risponde al suo appello è un parcheggio di via Chiusure. «Stasera porterò un altro carico». Anche gli alpini di Borgosatollo, guidati dal generoso Giovanni Coccoli, non fanno mancare il loro contributo. «La mia amica Olga - spiega Giovanni - ci ha detto che servono letti per gli ospedali». Detto fatto. Ne hanno recuperati trenta della protezione civile, caricandoli su un tir pronto a partire da Folzano. «Stiamo procurando anche altre quaranta brandine e i materassi necessari», anticipa Coccoli. Ma anche generi alimentari e medicinali. Un esempio dello slancio straordinario della gente bresciana.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato