«A Brescia vanno fatti i tamponi casa per casa»

Il primario del Sacco di Milano Massimo Galli: «Bisogna intervenire sulle migliaia di malati in casa»
I kit utilizzati per verificare la positività al coronavirus - Foto © www.giornaledibrescia.it
I kit utilizzati per verificare la positività al coronavirus - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Le limitazioni attuali potrebbero non bastare. Anzi, per gli esperti servirebbe uno sforzo in più. «A questo punto Brescia deve adottare il modello Wuhan perché solo il distanziamento sociale, che resta la madre delle medicine, può essere insufficiente».

A dirlo è il professor Massimo Galli, primario del reparto di Infettivologia dell’ospedale Sacco di Milano che ipotizza «il tempo minimo da qui alle prossime tre settimane» per vedere la fine dell’emergenza coronavirus. Controlli a casa. L’esempio è Wuhan, dove tutto ha avuto inizio, ma anche Codogno che a distanza di 35 giorni dal primo caso datato 21 febbraio, ha tagliato il traguardo di zero nuovi contagi.

«Con i provvedimenti in vigore, siamo vicini a quanto fatto in Cina, ma davanti a un numero sempre alto di contagi come a Brescia bisogna passare a controlli più mirati - prosegue Galli -. Serve un’indagine epidemiologica casa per casa, quartiere per quartiere. Bisogna sostenere le migliaia di persone che sono contagiate e che però sono a casa e che magari non lo sanno di essere positivi e continuano ad infettare...

 

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