A 86 anni in salvo nella sua Brescia: «Scene che non scorderò»

Ex docente di lettere all’Itis si era trasferito a Rivne con la moglie: la fuga resa difficile dalla sua invalidità
L’ex professore bresciano in fuga dall’Ucraina non potrà dimenticare le code di profughi in cerca di salvezza - © www.giornaledibrescia.it
L’ex professore bresciano in fuga dall’Ucraina non potrà dimenticare le code di profughi in cerca di salvezza - © www.giornaledibrescia.it
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«Alla frontiera formano due file distinte: da un lato ci sono le donne e tantissimi bambini; dall’altro lato i padri, i mariti e i fratelli che non possono lasciare il Paese ma devono tornare indietro, restare e combattere». Si esprime a fatica, per l’infermità che a tratti gli rende difficile il parlare, ma le sue espressioni trasudano tutta la forza di una indignazione potente. Anche lo spirito non è fiaccato dall’odissea vissuta per fuggire dall’Ucraina in guerra, nonostante l’infinito peregrinare in auto sia stata una prova durissima per un fisico fiaccato da due ictus e dall’età avanzata.

«Ci ha portati in salvo un’autista donna - insiste a raccontare, perché i bresciani sappiano cosa succede nel cuore d’Europa -. Non c’erano altre possibilità: gli uomini sono trattenuti e non possono mettersi in salvo insieme alle loro famiglie. Gli addii sono strazianti. Mogli e mariti; fratelli e sorelle; padri e figlie non sanno se si riabbracceranno mai più».

Ex professore

Aveva immaginato di concludere la sua vita in tranquillità, nella patria della donna che ha sposato vent’anni fa. Per questo Francesco Milesi, 86enne bresciano ed ex docente di lettere all’Itis, aveva deciso qualche tempo fa di lasciare la sua Brescia per trasferirsi a Rivne, dove vive la famiglia della moglie Valentina, che là possiede anche una piccola casetta. «Stavamo bene - rammenta - e mi sentivo accolto dai parenti di mia moglie. Non avrei mai immaginato di fare ritorno a Brescia. E soprattutto non in questo modo, a causa di una guerra così terribile. Per fortuna qui ho ancora una casa, che ci dà la possibilità di avere un tetto sopra la testa pur tra le mille difficoltà».

In cinque

Nella sua città natale è giunto nelle scorse ore insieme alla moglie 73enne, alla figlia di lei e a due nipoti: una ragazza di 25 e un ragazzino di 16 anni. Infermo a causa di due ictus, Francesco è partito dall’Ucraina venerdì all’alba, dopo aver recuperato un mezzo privato di fortuna: «Al confine hanno voluto sapere la nostra età, per verificare che potessimo uscire. Ho assistito a delle scene davvero angoscianti. La città dove viviamo, Rivne, è ancora tutto sommato tranquilla, anche se le strade sono state tutte bucate e rese inagibili in modo da bloccare l’avanzata».

Adesso i cinque sono sistemati nell’abitazione di proprietà di Francesco, in città. «Ho il cuore spezzato, non riesco a smettere di piangere» ci racconta Valentina, che in Ucraina ha dovuto lasciare un’altra figlia. «Siamo partiti senza portarci nulla: non abbiamo vestiti, farmaci e cibo. Nelle prossime ore mi metterò all’opera per cercare qualche sostegno. La nostra speranza è però quella di poter fare presto ritorno a casa».

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