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«Via le slot dal nostro bar»: meno soldi, ma nessun rimpianto

A Castelmella c’è chi va controcorrente: i gestori del bar Smile in via Santuario dicono un no concreto alla ludopatia
Yvette del bar Smile, aiuta il figlio Pier nella gestione quotidiana - © www.giornaledibrescia.it
Yvette del bar Smile, aiuta il figlio Pier nella gestione quotidiana - © www.giornaledibrescia.it
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Una decisione, quella di togliere le slot machine, presa circa due anni fa e che al bar Smile in via Santuario a Castel Mella, nessuno rimpiange. «Abbiamo scelto - raccontano Pierluigi Speriani, titolare dell’attività, e la madre Yvette, che aiuta il figlio nella gestione del locale - di non avere macchinette o slot machine nel nostro bar. Qualcosa dal punto di vista economico certamente abbiamo perso, ma abbiamo guadagnato tanto in atmosfera e in serenità».

Qualche cliente in meno quindi, ma si tratta di una rinuncia assolutamente sostenibile: «Per noi è più importante che la gente venga qui, si diverta e stia serena - ha quindi aggiunto Yvette -, quel tipo di guadagno non ci interessa. Speriamo anche di aver fatto, magari, un po’ di bene a qualcuno. Quando si tratta di parole tanti sono bravi, noi abbiamo messo in atto un gesto concreto».

La scelta, come detto, è avvenuta circa due anni fa: è stato proprio Pierluigi, detto Pier, proprietario del locale, a spiegare il perché di questa decisione: «Una decina di anni fa, quando ho iniziato l’attività, ho ereditato un contratto che mi vincolava per i primi anni a tenere le macchinette. Poi ho deciso che alcune situazioni vissute nel bar non mi piacevano, c’era un clima troppo teso, alcuni clienti venivano solo per giocare. È chiaro che per molti baristi le slot rappresentano un guadagno, io però ho preferito rinunciare a qualche soldo in più e certamente non mi pento della decisione».

Quando, circa due anni fa, il bar Smile ha deciso di togliere macchinette e slot machine, al locale c’è stata una vera e propria festa: l’intera comunità di Castel Mella ha applaudito l’iniziativa.

L’intenzione era trasmettere un segnale preciso contro il gioco d’azzardo, che in alcuni casi può trasformarsi in una vera e propria piaga sociale. «Ci auguriamo - ha quindi concluso Pier - di essere stati un esempio per qualcuno e per le altre attività». Una strada quindi, che Pierluigi e Yvette sceglierebbero altre cento volte: un gesto concreto per fare la propria parte nella lotta contro le ludopatie.

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