Bassa

Un canale-ponte tra Garza e Chiese per arginare gli allagamenti

La soluzione è proposta in via sperimentale: se ne parlerà al convegno in scena mercoledì a Calvisano
La giornata di approfondimento si terrà a Calvisano - © www.giornaledibrescia.it
La giornata di approfondimento si terrà a Calvisano - © www.giornaledibrescia.it
AA

La situazione è migliorata, ma l’ora di progettare una soluzione definitiva è scoccata. Perché Calvisano non vuole più correre il rischio di finire sott’acqua, proprio come avvenne nel 2014, quando la campagna si trovò ad essere allagato dalle piene del torrente. Per questo i riflettori sono tutti puntati sul Garza: l’obiettivo è trovare un canale in cui, nei casi di sovraccarico, il ruscello possa fare defluire le acque. Specie se si considera che negli 8 chilometri quadrati del comprensorio Santa Giovanna - al confine con Montichiari - il fiumiciattolo è l’unico catalizzatore esistente per le acque piovane.

E un’ipotesi - anche se ancora tutta da approfondire e, soprattutto, da testare - sarebbe già sul tavolo: utilizzare, nei momenti di piena del Garza, il canale sud per fare defluire le acque nel fiume Chiese. L’idea. È proprio questo lo scenario che verrà approfondito durante il convegno «Salvaguardia del torrente Garza», organizzato dall’Agenzia interregionale per il fiume Po e in programma mercoledì alle 9.30 nella sala delle Tele di Calvisano. «Bisogna capire, preferibilmente avviando una sperimentazione, se il canale colatore di gronda sud in destra orogafica al fiume Chiese possa divenire lo scolmatore delle piene più gravose del torrente Garza, facendole confluire nel Chiese - conferma Luigi Mille, direttore Aipo-. Tenendo conto che il territorio della Bassa orientale è sottoposto a un elevato rischio idrogeologico».

L’esempio è appunto l’anno nero, quel 2014 che per ben tre volte ha visto allagarsi la campagna di Calvisano, unica «valvola di sfogo» per il Garza che pure ha bagnato, a valle, i paesi di Isorella, Visano, Acquafredda e Remedello. «Ora la situazione è migliorata» precisa il sindaco Angelo Formentini, grazie alla realizzazione dei 600 metri di collegamento mancanti fra due canali preesistenti, ma mai utilizzati. «Di questo progetto erano già state gettate le basi durante il precedente mandato» ricorda il sindaco.

Un’operazione costata un milione di euro (finanziato dalla Lombardia), compresi i lavori di pulizia sul vecchio manufatto di raccordo, risalente agli anni Ottanta. A confrontarsi, mercoledì, saranno gli assessori regionali Pietro Foroni e Fabio Rolfi, Meuccio Berselli (Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po), Diego Terruzzi, Francesco Proserpi (Consorzio di bonifica Chiese), Viviane Iacone, Sergio Resola di Arpa e Alessio Piccarelli di Aipo.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia