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Tentato omicidio, arrestato leader di Casa Pound

Arrestato Guido Taietti, leader bresciano di Casa Pound, per gli scontri del 18 gennaio al centro sociale Dordoni di Cremona
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La Polizia di Stato di Cremona ha arrestato quattro persone e notificato gli arresti domiciliari ad altre dodici tra appartenenti a Casa Pound e al centro sociale Dordoni. L'accusa è di rissa aggravata e per due degli arrestati di tentato omicidio del militante del centro sociale Emilio Visigalli.

Tra gli arrestati nella notte tra giovedì e venerdì c'è anche Guido Taietti, leader bresciano di Casa Pound e gestore di un bar a Pontevico. L'accusa per Taietti è rissa aggravata e tentato omicidio, il bresciano è finito in carcere assieme a Gianluca Galli, esponente dell'estrema destra cremonese. Nell'interrogatorio di garanzia di ieri pomeriggio i difensori degli arrestati hanno chiesto la revoca degli arresti, la decisione del gip Pierpaolo Beluzzi è attesa tra lunedì e martedì. 

I fatti risalgono alla sera del 18 gennaio scorso, dopo la partita Cremonese-Mantova, quando militanti di Casa Pound e del Dordoni furono protagonisti di una maxirissa, proprio nei pressi del centro sociale, che provocò il gravissimo ferimento di Visigalli, colpito da una sprangata e poi con calci e pugni fino ad entrare in coma. Le indagini della Polizia di Stato, con intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso d'identificare praticamente tutti i partecipanti alla violenta rissa, di raccogliere numerosi elementi per identificare gli autori del pestaggio di Visigalli e di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti.  

A fare da prologo agli scontri ci fu una violenta lite tra un esponente del Dordoni e un simpatizzante del centro sociale che, però, era amico del leader cremonese di Casa Pound. I neofascisti, qualche ora prima, avevano anche incollato propri adesivi sul portone del Dordoni. Sarebbe quindi scattata la punizione, mentre gli estremisti di destra, lasciato lo stadio, stavano raggiungendo le loro auto. Una decina di antagonisti, secondo gli agenti, con caschi, bastoni e spranghe, li avrebbero affrontati, da qui la rissa in cui Visigalli ebbe la peggio, colpito da una sprangata e poi a calci e pugni mentre era già a terra.

Tra le persone finite in carcere vi sono anche Michele Arena, che gli inquirenti ritengono abbia organizzato lo scontro chiamando a raccolta gli esponenti del centro sociale, e Alberto Birzi, nella cui abitazione sono stati ritrovati bastoni mazze e armi da arti marziali. Per gli altri dodici indagati è stata invece disposta la misura degli arresti domiciliari. Anche Visigalli è stato arrestato per rissa aggravata: secondo gli inquirenti stava inoltre progettando una rappresaglia in grande stile contro gli esponenti di estrema destra.

«Verità, giustizia, Gian e Guido liberi». A poche ore dalla notizia dell’arresto, è già apparso sotto il cavalcavia di via Lamarmora, in città, un manifesto con il simbolo di Casa Pound che invoca la liberazione dei due esponenti del movimento di estrema destra accusati del tentato omicidio del giovane cremonese appartenente al centro sociale Dordoni. 

 

 

 

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