Bassa

Sono stati rubati i reperti della necropoli di Remedello di Sotto

Erano custoditi nei Musei civici di Reggio Emilia, indagano i carabinieri
  • Alcuni dei reperti spariti a Reggio Emilia
    Alcuni dei reperti spariti a Reggio Emilia
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Dai Musei civici di Reggio Emilia sono scomparsi alcuni dei reperti archeologici provenienti dalla famosa necropoli dell’Età del Rame di Remedello Sotto. «È stata sporta denuncia-querela per furto aggravato verso ignoti da parte della dirigente dei Servizi culturali e direttrice dei Musei Civici Valentina Galloni», conferma il Comune di Reggio.

I controlli svolti hanno accertato la sparizione di «quattro pugnali in selce, un pugnaletto con codolo distinto in selce, una cuspide di freccia in selce, un’ascia in rame tipo “Similaun” e un’ascia in pietra verde cupo». Si tratta, appunto, di alcuni fra gli oggetti rinvenuti a Remedello Sotto alla fine dell’Ottocento, che assieme alle tombe e agli scheletri hanno reso noto a livello internazionale il paese bassaiolo. La maggior parte di questi reperti si trovano infatti conservati a Reggio Emilia, luogo di provenienza di Gaetano Chierici, colui che si occupò degli scavi remedellesi e di tutelare e studiare quei reperti, riconoscendone l’importanza.

Del furto denunciato al momento non si sa molto. Non sarebbe noto con esattezza nemmeno quando può essere avvenuto e sono in corso le indagini dei militari. «Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che, nel corso di uno dei periodici controlli per l’inventario, la teca numero 100 del ‘Museo Gaetano Chierici di Paletnologia’ presentava una scalfittura nel legno sotto al coperchio, un piccolo segno di effrazione, visibile solo a una osservazione dettagliata - proseguono dal Comune di Reggio Emilia -. Il coperchio, che era stato chiuso con apposite viti, si poteva ora sollevare facilmente e le viti non c’erano più.

Dall’ulteriore controllo, si accertava la mancanza di otto reperti, provenienti dalla necropoli eneolitica di Remedello Sotto (Brescia), di epoca compresa tra i 5400 e i 4500 anni fa. Si tratta di oggetti di piccole o piccolissime dimensioni. Gli oggetti asportati sono stati individuati e selezionati in base al loro valore scientifico; della sottrazione è stata informata la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e delle province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Il valore economico degli oggetti sottratti è modico, stimabile in qualche centinaio di euro. Il valore storico e scientifico invece è rilevante, al punto che gli oggetti vengono richiesti per mostre di rilievo internazionale, anche da istituzioni estere. Tale rilievo storico-scientifico è noto a tutta la comunità scientifica di riferimento. Al momento non si hanno sospetti sull’autore della sottrazione».

E potrebbe non essere semplice ricostruire l’accaduto perché il Palazzo dei Musei è dotato di un sistema di allarme e di personale di sorveglianza all’apertura e alla chiusura, ma non è invece dotato di un sistema di telecamere interno.

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