Bassa

Radio Kiev: «Sono riusciti a toglierci il pianto»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono sotto gli attacchi russi
I soccorritori ucraini al lavoro dopo l'attacco a Kremenchuk - Foto Epa/Oleg Petrasyuk © www.giornaledibrescia.it
I soccorritori ucraini al lavoro dopo l'attacco a Kremenchuk - Foto Epa/Oleg Petrasyuk © www.giornaledibrescia.it
AA

Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

«Sono riusciti a toglierci il pianto. Hanno dichiarato che siamo stati noi a colpire con un missile il centro commerciale di Kremenchuk, noi avremmo ucciso i nostri compatrioti come se avessimo decidere di uccidere noi stessi».

Slava fatica a indignarsi dopo averle viste e sentite tutte, ascoltato che gli assassini di Bucha sarebbero gli ucraini, nonostante gli osservatori internazionali abbiano già indicato i responsabili nei soldati russi. 

«La guerra - aggiunge - è fatta di ritorni bestiali, di combinazioni orrende. Pensate che i missili che stanno colpendo adesso molte città dell'Ucraina sono stati restituiti da noi ai russi con l'accordo di Budapest del 1994 quando accettammo di rinunciare alle armi nucleari in nostro possesso. Ci avevano detto: che ne fate di quei missili così vecchi e così inutili, ve li daremo noi quelli nuovi, buoni per difendervi. E adesso sono stati usati contro i nostri civili. Ci dissero allora: "Rinunciate alle armi nucleari, vi difenderemo". 

I miei cari stanno tutti bene e così i miei amici di Dnipro e di Kiev. Anche Igor, dopo diverse mie telefonate è ricomparso. Ero preoccupato dopo i bombardamenti su Odessa, lui abita lì. Mi ha detto che sta bene e stanotte mi chiamerà».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia