Bassa

Radio Kiev: «Non si può trattare adesso, sarebbe un suicidio»

Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona
Una casa distrutta dalle bombe in Ucraina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Una casa distrutta dalle bombe in Ucraina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

La nostra radio non gracchia, schivata, colpita, riaggiustata nella notte continua a ricevere informazioni e a darle a voi tramite il nostro insuperabile Slava, personaggio ucraino, nato in Russia, pensa in russo e parla in italiano, considerando Putin alla stregua di Hitler.

Sono ore durissime per l'Ucraina, Slava: «La guerra è sempre dura. Il mio amico continua a lavorare in acciaieria vicino a Dnipro, più difficile la logistica, gli spostamenti di acciaio si svolgono magari verso altri confini, però continuiamo. Non è facile trovare la benzina, i prezzi alimentari sono aumentati, latte, pane, carne, tutto è aumentato, come dicevo più dl 30%, raddoppiata la benzina. 

I miei amici dicono che non si può trattare adesso, sarebbe un suicidio per noi. I russi fingono di parlare, ogni tanto, di trattative, lo fanno per riposare e poi passano all'attacco. 

Da noi, tutti, ripetono sempre lo stesso concetto, o vincere o perdere. Non ci illudiamo che si ritorni come prima, anche se noi pensiamo di vincere. Non andremo a Mosca, ma vinceremo. Ironizzo su Mosca perché si sostiene spesso che noi non possiamo bombardare oltre i confini mentre i russi possono colpirci dalla mattina alla sera. La vendetta dei russi su Kiev, adesso, perché abbiamo resistito troppo a Severodontesk e ogni volta che perdono da una parte allora attaccano un'altra parte del nostro Paese.

Il missile che ha colpito Kiev è partito a mille chilometri di distanza, lanciato da una piattaforma nel mar Caspio. Noi non abbiamo questa possibilità e sorrido amaramente quando qualcuno in Occidente si dice che non bisogna dare armi agli ucraini per non umiliare la Russia. Purtroppo l'Occidente, una parte dell'Occidente non ha ancora capito bene che quanto accade in Ucraina accade all'Europa».

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