Bassa

Radio Kiev: «La guerra avanza metro dopo metro»

Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona
I volontari distribuiscono aiuti umanitari alla gente del posto nella città di Irpin vicino a Kiev - Foto Ansa/Epa/Sergey Dolzhenko - © www.giornaledibrescia.it
I volontari distribuiscono aiuti umanitari alla gente del posto nella città di Irpin vicino a Kiev - Foto Ansa/Epa/Sergey Dolzhenko - © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Il nostro Slava, preciso collaboratore sulla questione ucraina, ci aggiorna sui movimenti sulle due sponde del fiume Dnepr:«Di nuovo altri tre ponti riconquistati dall'esercito ucraino, anche se le notizie a sud sono molto fragili e in continuo cambiamento. I portavoce più accreditati usano grande prudenza anche riguardo alla controffensiva, al contrattacco degli ucraini non ancora scattato. La verità, dicono, é che la guerra avanza metro dopo metro e si usa dire che adesso si combatte per prendere la casa del guardia boschi. Nessuno conosce con precisione le tattiche e le strategie di un esercito e dell'altro esercito. Una mattina di queste, qualcuno dirà di aver vinto e qualcuno alzerà bandiera bianca. Gli ucraini piuttosto muoiono, ma non alzano bandiera bianca. 

L'esercito russo conosce bene quella zona del sud poiché nel 2014 ha combattuto verso la Crimea e l'esercito ucraino non é quello del 2014, adesso é preparato e con armi sofisticate che sa usare, nonostante alcuni inconvenienti dovuti a difetti di fabbricazione. Anche la tecnologia non é perfetta. Mia moglie ha preparato il rientro e subito dopo ferragosto sarà a casa. Non posso dire di più. Tutto è sotto controllo, tutto é stato studiato con grande prudenza. Da noi è pericoloso tornare a casa ed é pericoloso tornare alla casa dell'esilio».

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