Bassa

Quando la disperazione bussa al container

In manette due extracomunitari dopo che all’isola ecologica era comparso un bigliettino in cui si chiedeva di poter frugare tra i rifiuti.
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La disperazione a volte assume forme impensabili e certo era difficile immaginare che a qualcuno potesse venire in mente di chiedere il permesso di frugare in un container.

Con gentilezza, quasi con educazione: «Caro amico siamo senza lavoro si prega di lasciare il conteine aperto per gaudaniare anch noi un pezo di pane abiamo una famiglia grazie». Questo c'è su un foglio di carta, strappato da un’agenda, scritto in modo sgrammaticato e in stampatello, lasciato appeso all’entrata dell’isola ecologica di Verolavecchia. «Quando l’incaricato al servizio dei rifiuti mi ha consegnato questo foglio la scorsa settimana - racconta il sindaco Sergio Zanetti - mi si è stretto il cuore. Pensa tu a che punto siamo arrivati pur di rimediare qualcosa da mangiare».

Naturalmente Zanetti non ha potuto soddisfare la richiesta e «al container - spiega - ho rimesso il lucchetto, sperando che smettessero di scassinare». Il primo cittadino, per la verità, era un po’ esasperato dalle continue incursioni all’isola ecologica tanto da aver già sporto sei denunce ai carabinieri. «Rubano ferro - aggiunge Zanetti - smontano motori delle lavatrici e pezzi di elettrodomestici da cui, credo, ricavino il rame o altri metalli che possano avere un certo valore».

Le denunce del sindaco alla fine hanno sortito effetto: i carabinieri di Verolanuova la scorsa notte hanno fermato un’auto con a bordo due extracomunitari. È bastato fare un controllo per rinvenire a bordo della macchina otto motori di lavatrice, tre televisori e altre cianfrusaglie.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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