Bassa

Polmonite, legionella confermata in due aziende della Bassa

Scagionata la Cartiera di Montichiari, restano invece positivi i campionamenti alla Gnk Wheels e alle Acciaierie di Calvisano
Oltre alla legionella ora si cerca un altro batterio
Oltre alla legionella ora si cerca un altro batterio
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«I risultati definitivi della coltura dei campionamenti delle torri di raffreddamento hanno mostrato la crescita del batterio evidenziando la definitiva positività di 8 campioni sui 9 risultati positivi inizialmente, campioni che riguardano le aziende di Carpenedolo e Calvisano». A dichiararlo l’assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera.

Il batterio attestato dopo i primi campionamenti è stato ora confermato dai nuovi esami espletati da Ats. In altre parole, le torri dei due impianti industriali della Bassa potrebbero così risultare effettivamente vettori della legionella e come tali sorgenti dell’epidemia di polmonite che conta ormai 500 casi in poco più di due settimane. Il condizionale è d’obbligo, visto che la situazione è di profonda incertezza: basti ricordare che le stesse analisi espletate sui campioni prelevati dalla terza azienda finita sotto la lente, avevano dato esito negativo, scagionando in pieno la Cartiera di Montichiari. Così non risulterebbe per la Gnk Wheels di Carpenedolo e le Acciaierie di Calvisano, anche se – come spiegano gli esperti – le aziende potrebbero essere mero vettore del batterio: la causa andrebbe comunque cercata in acque contaminate, come sottolineato sulle pagine del GdB da Carlo Mapelli, docente di Siderurgia al Politecnico di Milano.

Una prima certezza, che tuttavia, soddisfa solo in modo parziale l’esigenza di chiarezza sempre più impellente in quel bacino di 85mila bresciani compresi nell’area al centro dell’epidemia: un’area tanto vasta per una concentrazione così massiccia di casi da far considerare da Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, il caso bresciano come un caso anomalo, senza precedenti. E intanto resta sul tavolo di Ats la nuova ipotesi: quella di un secondo batterio, che si sia affiancato alla legionella, attestata solo in 45 dei 500 e più casi documentati dal 6 settembre scorso. Insomma, quello dell’epidemia di polmonite resta un rebus la cui soluzione appare ancora lontana.

Ats Brescia in ogni caso ha ritenuto opportuno nei giorni scorsi, estendere l’indagine anche ad ulteriori 2 aziende del territorio, i cui referti saranno disponibili nei prossimi giorni” si legge in una nota dell’assessorato al Welfare della Regione Lombardia.

E intanto l’aggiornamento delle autorità sanitarie da poco giunto registra nelle ultime 24 ore 26 nuovi accessi per sospetta polmonite ai pronto soccorsi degli ospedali bresciani, cui sono seguiti 20 ricoveri, per un totale di 132 degenti. Non si registrano però nuovi casi di legionella.

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