Bassa

Orzinuovi, il lockdown non spaventa: «Marzo è lontano»

Amarezza per il mercato ridotto e le chiusure, ma non c’è preoccupazione «Abbiamo visto di peggio»
Poca gente durante il primo giorno di lockdown fra i banchi degli alimentari a Orzinuovi - © www.giornaledibrescia.it
Poca gente durante il primo giorno di lockdown fra i banchi degli alimentari a Orzinuovi - © www.giornaledibrescia.it
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«Stamattina una signora che viene tutti i giorni a prendere il giornale era bardata con due mascherine e persino una sciarpa. "Da oggi ci vuole più prudenza", mi ha detto». Sorride Flavio nel suo chiosco di edicolante in piazza Vittorio Emanuele. «Però è l’unica stranezza, per il resto è tutto normale. A parte che non c’è il mercato, naturalmente». Solo i banchi degli alimentari, come sempre disposti in piazza Garibaldi e in via Roma, agli estremi del salotto orceano rimasto vuoto degli altri generi. Il primo giorno di chiusura coincide con l’appuntamento settimanale del commercio ambulante, che richiama ad Orzinuovi migliaia di persone dai paesi vicini. Oggi non è così. I forestieri sono rimasti a casa, costretti dalle regole. Ma la cittadina è tutt’altro che spenta. Anzi. Il lockdown è soft: pochi i negozi sbarrati in piazza Vittorio Emanuele, praticamente solo l’abbigliamento. Anche i bar si sono organizzati con un banchetto sulla porta, esercitando l’asporto

Certo, si vede che non è un venerdì di mercato normale. Però sono davvero lontani (e ognuno spera che continui così) i primi giorni di marzo, giusto otto mesi fa, quando la chiusura totale del mercato annunciò l’arrivo della tempesta. Orzinuovi viveva sotto una cappa di paura e smarrimento, mentre il peggio doveva ancora arrivare sottoforma di trecento contagiati e oltre centotrenta lutti. «Che amarezza vedere la piazza senza i banchi, sembra di tornare indietro nel tempo, ma adesso la situazione è ben diversa», commenta una signora nel crocchio sotto i portici. «Fa male vedere ancora i negozi chiusi - aggiunge l’amica - ma vuole mettere con la tragedia cominciata a marzo? Quello che sta accadendo è nulla se confrontato con la passata primavera. Certo, viene da chiedersi allora perché un altro lockdown». All’edicola di Flavio si avvicina un 17enne, studente al liceo delle scienze umane Cossali, scuote la testa perplesso: «Mi pare che questa cosa della zona rossa sia stata gestita dal Governo con un po’ di confusione». Acquista i giornali (una rarità fra i giovani) e saluta, a casa l’aspetta la lezione on line.

I negozi. Davanti a un negozio di alimentari si parla della Lombardia zona rossa. C’è chi ce l’ha con il premier Conte, chi con la Regione, la sintesi è comune: «Assurda quest’altra chiusura. Perché noi sì e la Campania no?». Orzinuovi, avendo vissuto quello che ha vissuto, guarda nello stesso tempo con più distacco e attenzione la curva dei contagi. Che sta salendo anche qui. Le persone ostentano prudenza e tutti indossano le mascherine. «Però stavolta i contagiati restano a casa, non ci sono i morti, le corse delle ambulanze e tanta gente in ospedale come l’altra volta», commenta un anziano. Vero. Diverso. Il clima è diverso, più sereno, conferma Michele Gardoni, presidente dei commercianti orceani. «Innanzitutto - spiega - dal punto di vista sanitario. Poi le chiusure dei negozi sono inferiori rispetto a marzo-aprile e quindi meno impattanti sull’economia locale, inoltre ci sono molte più persone in giro».

In quelle settimane, prima ancora delle regole, la paura impose la segregazione in casa. «Il divieto di spostamento fra i Comuni imposto dal recente Dpcm - ragiona Gardoni - penalizza certamente la vocazione commerciale di Orzinuovi, polo di attrazione, ma speriamo che fra due settimane ci siano novità positive». Una negoziante della piazza è meno ottimista: «Posso tenere aperto, è vero, ma senza i clienti dei paesi vicini è inutile». Fra le bancarelle del mercato non c’è molta gente. «Praticamente nessuno», dice sconsolata un’ambulante pensando all’afflusso abituale. «Speriamo duri poco», dice un altro allargando le braccia. Da un furgone rosticceria pende il cartello che assicura «Noi ci siamo sempre», anche per le «Consegne a domilicio nei paesi vicini»: ci si industria come si può. La gente non ha più voglia di stare in casa come nel primo lockdown, commenta Miriam, edicolante in piazza Vittorio Emanuele. «Gli orceani hanno provato la tragedia e adesso sono meno preoccupati. Quasi tutti i negozi sono aperti, mi chiedo che senso abbia avuto fare la zona rossa». Il sindaco Gianpietro Maffoni, sul sito del Comune, ha postato ieri un videomessaggio. Mette in guardia i concittadini: «Il virus non è sconfitto». La sanità è più preparata, «ma i contagi salgono». La guerra al Covid «è ancora lunga, stiamo uniti e rispettiamo le regole». Un appello rivolto soprattutto ai giovani.

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