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Oggetti devozionali delle nostre case e cascine: la mostra a Dello

Sarà inaugurata mercoledì e rimarrà allestita nella sede dell’associazione Piero Sigalini dall’8 dicembre al giorno di Natale
Una delle opere esposte - © www.giornaledibrescia.it
Una delle opere esposte - © www.giornaledibrescia.it
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L’associazione «Piero Sigalini Pittore» e la sezione comunale del centro italiano femminile (Cif), hanno ideato la mostra «La religione popolare della campagna bresciana: immagini, quadri, oggetti devozionali delle nostre case e cascine». La mostra, che verrà inaugurata mercoledì prossimo alle 20.30, rimarrà allestita nella sede dell’associazione Piero Sigalini di via don Guindani dall’8 dicembre al giorno di Natale nei seguenti giorni: giovedì 8, domenica 11, 18 e 25, giorno di Natale, dalle 15 alle 18.   

L’allestimento

La mostra, anche se già annunciata, è ancora in fase organizzativa, poiché l’ideatrice, Lucia Sigalini, è in contatto con diverse persone che sono interessate a prestare oggetti personali che rappresentano il concetto di devozione delle famiglie bresciane che hanno vissuto in questo territorio nei primi anni del ‘900. «Attraverso questa mostra che sto organizzando con mio fratello, mons. Domenico, già Vescovo di Palestrina – ha riferito Lucia Sigalini – metteremo in  risalto oggetti e quadri dei primi del ‘900, delle olografie, che magari non sono importanti dal punto di vista artistico, ma che tuttavia rappresentano la fede e che mettono in rilievo momenti di vita popolare di un tempo».

Questa iniziativa, proposta nei giorni che precedono il Natale, è anche un omaggio al papà Piero Sigalini. «Il museo che abbiamo realizzato nella sua memoria – ha commentato il vescovo mons. Domenico Sigalini – è un segno di riconoscenza che noi figli abbiamo nei suoi confronti.

Quanto alla mostra, vuole essere anche un messaggio di ricordo e apprezzamento del modo di essere delle generazioni che ci hanno preceduto. È chiaro che le immagini sono soltanto dei segni e non possono costituire la fede, ma le persone hanno costruito un modo di essere e una cultura su questi segni religiosi, e ciò li aiutava a motivarsi. Un esempio su tutti è la figura dell’angelo custode che protegge i bambini. Un’icona che diventa una sorta di guida per il credo di ognuno». 

 

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