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Odori molesti a Montirone: il Broletto scrive al bitumificio

Dopo le rilevazioni di Arpa, la Provincia chiede a Edilquattro documenti e progetti. Coinvolti anche i comuni di Ghedi e Castenedolo
L’Arpa ha verificato le segnalazioni di odori a Montirone - © www.giornaledibrescia.it
L’Arpa ha verificato le segnalazioni di odori a Montirone - © www.giornaledibrescia.it
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Anche in seguito a proteste e sollecitazioni varie (ricordiamo quelle che da tempo sta facendo il Comitato civico «Bitumificio? No grazie», ma anche quella, più recente, del neosindaco Filippo Spagnoli), il settore Sostenibilità ambientale e Protezione civile della Provincia di Brescia ha preso carta e penna ed ha scritto alla Edilquattro srl, la ditta che gestisce il bitumificio che si trova in Strada dei Quarti, nella brughiera che si estende tra Ghedi, Castenedolo e Borgosatollo.

Bitumificio che, secondo le rilevazioni fatte dall’Arpa, sarebbe fonte di cattivi odori. Infatti, in seguito a numerose e reiterate lamentele segnalazioni da parte di cittadini, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente aveva fatto alcuni sopralluoghi, mettendo poi nero su bianco che «l’esame dei dati ha messo in luce una notevole variabilità delle tipologie di odore segnalato; tuttavia, si è potuto riscontrare che il 50% delle segnalazioni riguardava odore di catrame/bitume/asfalto. Conseguentemente, si è deciso di focalizzare l’attenzione sull’unica attività di produzione di conglomerato bituminoso presente nel territorio interessato: l’impianto della Edilquattro».

Ora la palla è passata alla Provincia di Brescia, che chiede alla Edilquattro di trasmettere, entro 30 giorni, alcuni documenti, che devono essere inviati anche agli altri soggetti interessati dalla partita: i Comuni di Ghedi, Castenedolo e Montirone, Arpa, e Ats Brescia. Innanzitutto la Provincia vuole vedere «il progetto per l’installazione di un sistema di abbattimento per i composti solforati/odori sugli sfiati dei tre serbatoi di stoccaggio del bitume (due esistenti da 50 metri cubi e uno nuovo da 60 metri cubi)».

Chiede poi una proposta di aggiornamento del piano di monitoraggio e «un’indagine analitica del contenuto odorigeno» di alcune sostanze, come ad esempio il trimetilbenzene, il diclorometano, l’etilbenzene ed altre ancora. La Provincia di Brescia chiede anche «la registrazione dell’apertura dell’aria falsa E1, in caso di emergenza». La palla passa all’Edilquattro.

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