Nel ricordo di Pietro un aiuto ai bimbi malati

Un nuovo legame nel ricordo di Pietro, il piccolo scomparso il 29 giugno di tre anni fa a Poncarale, in seguito ad una caduta accidentale in piscina.
Un progetto solidale in più che unisce la onlus nata dalla generosità dei genitori del bimbo, Simona Cottali e Alberto Pirlo, e il club di Manerbio del Rotary.
L’occasione per suggellare il comune contributo a un’iniziativa rivolta ai più piccoli è stata la cena organizzata dal club per i propri 20 anni. Un evento che ha raccolto al Parco Nocivelli di Verolanuova oltre 320 persone. Nella serata il club ha vissuto il passaggio di testimone tra il presidente uscente Sandro Vazzoler e Michele Minervini, e quello analogo del Rotaract con Alessandra Vazzoler subentrata a Paolo Barbieri. In questo contesto è stato presentato anche «Il Volo di Pietro», la onlus che con il ricavato della serata e grazie al Rotary intende varare una nuova collaborazione con la Pediatria dell’ospedale di Manerbio.
«È stato finanziato il progetto precedente al Civile di Brescia per la nuova struttura di risonanza magnetica a servizio della Pediatria (70mila euro, ndr) - spiega Simona Cottali, presidente della onlus -, e tanto a noi quanto agli amici del Rotary piaceva mettere in campo una nuova iniziativa territoriale».
Il principale impegno del Volo di Pietro, infatti, è rivolto ai bimbi del «Meru children’s home», in Kenya, cui in breve la onlus ha garantito nuove strutture, mezzi e prospettive. Tra pochi giorni Simona tornerà in Africa con gli studenti del liceo Copernico, coinvolti ormai da più anni nel progetto: «Andremo a inaugurare una nuova casa che consentirà di accogliere più bimbi. Con la collaborazione di Ail Brescia, inoltre, abbiamo potuto assumere un medico che garantisce le visite ai piccoli e alla comunità. E ora puntiamo a potenziare il dispensario locale». Non solo. Se in Kenya, Il Volo di Pietro ha dato vita anche a un dormitorio a servizio di una scuola locale, sul fronte dell’istruzione in Siria ha potuto erogare sei borse di studio. E in Brasile, dall’incontro con un’altra realtà bresciana, è nato il «Voo de Pietro do Brasil».
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