Nel bosco la discarica abusiva con letame e carcasse abbandonate

Al peggio non c’è mai fine, recita un antico adagio, quantomai calzante in questa ennesima vicenda di disastro ambientale. E se pensavamo di aver toccato il limite dopo la scoperta, la settimana scorsa, della discarica abusiva risalente a trent’anni fa e venuta alla luce a Moniga durante gli scavi per la realizzazione di alcune palazzine, ci siamo sbagliati. Se pensavamo (e speravamo) che determinati comportamenti fossero ascrivibili al passato, ancora una volta ci siamo sbagliati.

Il campo dove dove sono stati smaltiti illegalmente letame e carcasse è in affitto ad un allevatore di maiali dal 2013 e sulle responsabilità dello sversamento indagano gli ufficiali giudiziari dell’Arpa insieme agli agenti della Polizia locale comandati da Nicola Caraffini. E al momento non ci sono certezze sulla paternità del gesto.
Stupita la sindaca di Pavone Mella, Maria Teresa Vivaldini: «Ho appreso con dispiacere questa notizia - spiega - e mi indigna che ancora oggi non vengano rispettate le regole per lo smaltimento di rifiuti e carcasse. Proteggere il nostro ambiente già inquinato da diversi fattori dovrebbe essere una priorità di tutti e per farlo serve cambiare mentalità e capire che certi atteggiamenti non sono più accettabili. Spero che si riesca ad individuare il colpevole».
A scanso di equivoci, vale la pena ricordare che per il codice ambientale il letame non è di per sé un rifiuto, a patto che venga raccolto, trasformato e riutilizzato. Se ciò non avviene, è da considerarsi un rifiuto al pari di altri e come tale va smaltito con una ditta specializzata. Ben più gravi le conseguenze dell’abbandono a cielo aperto delle carcasse animali, la cui putrefazione rilascia ingenti quantità di gas metano, magnesio e potassio, oltre a rischiare di inquinare le falde e i pozzi d’acqua. Un gesto ignobile perché qualcuno possa risparmiare pochi euro, un danno ambientale a carico di tutti noi.
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