Bassa

Nei campi appaiono un cuore e l'enorme scritta «Ave Maria»

L'opera è frutto del lavoro di un allevatore di Manerbio: «È un segno di affidamento a Maria e un auspicio per un buon raccolto»
La scritta realizzata in un campo a Manerbio
La scritta realizzata in un campo a Manerbio
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L’enorme scritta «Ave Maria» composta in un campo e un cuore disegnato in un altro. Sono le opere di Federico, un allevatore di Manerbio che nei giorni scorsi ha deciso di decorare i terreni della cooperativa agricola in cui lavora utilizzando il materiale a disposizione: un trattore e i reflui zootecnici.

«L’ho fatto come atto di devozione - spiega -. Noi agricoltori siamo legati alla terra e in questi mesi non abbiamo mai smesso di lavorare e di accudire gli animali, nonostante il periodo difficile. È un segno di affidamento a Maria».

La scritta è stata fatta a occhio, senza prendere prima le misure, in un’ora circa di lavoro durante la pausa pranzo. Il campo in cui sorge è vicino a un cavalcavia, motivo per diversi automobilisti l’hanno notata fino a che un ragazzo non l’ha fotografata col drone. Le immagini sono state poi pubblicate sulla pagina Facebook della Parrocchia di Manerbio, circolando oltre i confini del paese.

 

Il cuore disegnato nei campi a Manerbio
Il cuore disegnato nei campi a Manerbio

 

Visto il materiale utilizzato, il rischio di cadere nella blasfemia è dietro l’angolo. «No, no, al contrario - si schermisce Federico -. Il refluo che ho usato è un super fertilizzante, non ha solo deiezioni, ma anche una parte vegetale. Quindi la scritta rappresenta anche un auspicio per un buon raccolto. In questi anni abbiamo notato che dove usiamo i reflui la produzione è stata abbondante».

Ampliando lo sguardo, il tema delle deiezioni degli animali in agricoltura è comunque delicato, viste le ripercussioni sull’ambiente, sia per quanto riguarda le falde acquifere, sia per l’aria, visto che concorrono a formare il particolato sottile. Manerbio è peraltro inserito nella zona vulnerabile da nitrati di origine agricola, come stabilito da Regione Lombardia in una delibera approvata sulla base anche delle direttive europee, la quantità di azoto che si può spandere sui terreni è pari a 170 kg per ettaro.

«Noi abbiamo le vasche di raccolta e un impianto di biogas - spiega Federico, che lavora in una cooperativa di aziende agricole con 400 vacche da latte e 300 ettari di terreni -. Se usati in maniera accorta, i reflui sono una risorsa e permettono di non utilizzare i concimi. Purtroppo c’è chi non rispetta le regole, ma questo è un altro tema». 

La scritta e il cuore stanno svanendo, col passare dei giorni, anche perché lo spandimento dei liquami è ancora in corso in vista dell'aratura (che secondo le direttive regionali dovrebbe avvenire entro 24 ore per evitare miasmi e produzione di particolato sottile) per la semina. «Servirebbe la pioggia, ma non arriva. Quella caduta è troppo poca», conclude l’allevatore.

 

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