Bassa

«Manolo è morto»: l'Italia cerca conferme

La Corte d’Assise di Brescia ha nominato un consulente che in una settimana dovrà tradurre i documenti recapitati nelle scorse ore
LA MORTE DI MANOLO
AA

«Manolo è morto». Ma nessuno sa ancora dove, quando, per quali ragioni e soprattutto se la nota arrivata in Tribunale dalla Serbia sia reale. Per questo la Corte d’Assise di Brescia ha nominato un consulente che in una settimana dovrà tradurre i documenti recapitati nelle scorse ore e che segnerebbero una svolta nel caso di Ljubisa Vrbanovic, detto appunto Manolo, il killer che la notte del 16 agosto 1990 a Torchiera di Pontecvico uccise nella loro villetta i coniugi Giuliano e Agnese Viscardi, di 58 e 53 anni, e i figli della coppia Luciano e Maria Francesca di 28 e 23 anni.

Si salvò solo il figlio più grande Guido, che già sposato non abitava più con i genitori e che solo poco più di un mese fa, intervistato, affermò: «Quando si farà vedere a Brescia finalmente potrò parlargli guardandolo negli occhi».

Parole, quelle di Guido Viscardi, pronunciate alla vigilia di quella che doveva essere la prima udienza italiana del processo a carico di Manolo, che però a dicembre in aula a Brescia non si è mai presentato perché nessuno, nemmeno il suo legale d’ufficio, l’avvocato Francesco Chiodi, sapeva dove fosse finito.

Eppure l’estate scorsa, quando il presidente della Corte d’Assise Vittorio Masia fissò il processo, dalla Serbia era arrivata una comunicazione. «Manolo è detenuto nel carcere di Pozarevac, dove deve scontare una pena di 40 anni».

In autunno il suo avvocato, che tramite lettera aveva provato a contattare il killer dagli occhi gialli, come era stato soprannominato Manolo, ricevettee una raccomandata. «Il detenuto è sconosciuto». Mistero. Forse perché già deceduto, si pensa oggi.

Allegato ai documenti arrivati nelle scorse ore dalla Serbia c’è un presunto certificato recante una data: 11 marzo 2014. Non sarebbe il giorno del decesso, ma quello dell’accertamento medico. E ora l’Italia vuole sapere di più. Venticinque anni dopo i fatti di Torchiera e a due mesi dalla nuova udienza, fissata per il 6 aprile, la posizione di Manolo resta un’incognita. Dalla Serbia sono sicuri: è morto. L’italia cerca conferme

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia